7. La superbia è detestabile. — 8. Dio umilia i superbi. — 9. Castighi dei superbi. — 10. Diversi gradi d’orgoglio. — 11. Motivi e mezzi di fuggire la superbia.
7. La superbia è detestabile. — Dove trovare cosa più abbominevole e più degna di severissimi castighi che l’uomo superbo il quale s’innalza su la terra in faccia a un Dio fatto uomo? esclama S. Leone, e conchiude : « Intollerabile impudenza è questa, che un vermiciattolo si gonfi e si inorgoglisca dove la maestà suprema si annienta ». I superbi dispiacquero a Dio fin dal principio(Iudith. IX, 16); anzi tanto lui quanto gli uomini ebbero sempre in odio la superbia (Eccli. X, 7).
L’orgoglioso disprezza tutti gli altri, li insulta e canzona, s’innalza al di sopra di loro col sarcasmo e col disprezzo. Ma il Signore dice : « Guai a te che disprezzi! Non sarai tu forse disprezzato a tua volta? » (Isai. XXXIII, 1). Il superbo si prepara dunque il disprezzo e l’umiliazione... L’orgoglio è la strada all’ignominia... A misura che l’orgoglio aumenta e ascende, l’uomo diminuisce e cala fin che si sprofonda nel fango.
« Tra i superbi è un continuo rissare » (Prov. XIII, 10), dice il Savio. Ecco perché noi vediamo tra gli eretici tante sètte ed opinioni differenti, quanti sono individui... Gli orgogliosi si odiano a vicenda... Nulla per loro è sacro, ma pretendono di essere essi sacri a tutti. O condotta sommamente ingiusta e detestabile!
« Parlare con disdegno ed arroganza, operare con insolenza è un rendersi simile al demonio », dice S. Basilio. S. Leone, parlando di Satana e di Adamo, osserva che « ambedue ambirono l’altezza; quegli della potenza, questi della scienza », ma il primo trovò nel suo orgoglio il sommo della degradazione, il secondo il sommo dell’ignoranza.
L’orgoglioso disprezza tutti gli altri, li insulta e canzona, s’innalza al di sopra di loro col sarcasmo e col disprezzo. Ma il Signore dice : « Guai a te che disprezzi! Non sarai tu forse disprezzato a tua volta? » (Isai. XXXIII, 1). Il superbo si prepara dunque il disprezzo e l’umiliazione... L’orgoglio è la strada all’ignominia... A misura che l’orgoglio aumenta e ascende, l’uomo diminuisce e cala fin che si sprofonda nel fango.
« Tra i superbi è un continuo rissare » (Prov. XIII, 10), dice il Savio. Ecco perché noi vediamo tra gli eretici tante sètte ed opinioni differenti, quanti sono individui... Gli orgogliosi si odiano a vicenda... Nulla per loro è sacro, ma pretendono di essere essi sacri a tutti. O condotta sommamente ingiusta e detestabile!
« Parlare con disdegno ed arroganza, operare con insolenza è un rendersi simile al demonio », dice S. Basilio. S. Leone, parlando di Satana e di Adamo, osserva che « ambedue ambirono l’altezza; quegli della potenza, questi della scienza », ma il primo trovò nel suo orgoglio il sommo della degradazione, il secondo il sommo dell’ignoranza.
8. Dio umilia i superbi. — È sentenza perentoria di Gesù Cristo che « chi si esalta sarà umiliato » (Luc. XVIII, 14); Dio ha fatto dire a S. Giacomo ch’egli resiste ai superbi(Iacob. IV, 6); a tal punto che, come disse la Beata Vergine, impiega contro di loro la forza del suo braccio, per atterrarli, li balza dai loro seggi per collocarvi gli umili (Luc. I, 52).
« Signore, esclamava Giuditta, voi non abbandonate quelli che a voi si affidano; ma umiliate quelli che confidano in sé e si vantano della loro forza » (Iudith. VI, 15). Ecco perché il Salmista trovava buono per lui che Dio lo avesse umiliato: (Psalm. CXVIII, 7). « I superbi, dice Giobbe, s’innalzano per breve tempo ma non la dureranno; saranno abbattuti e trebbiati come spighe mature. Si levi pure la superbia dell’empio fino al cielo, giunga anche a nascondere il capo nelle nuvole, egli finirà col perdersi nello sterco e quelli che l’avevano veduto diranno : Dov’è? » (Iob. XXIV, 24) (Ibid. XX, 6-7).
Per avere un’idea del modo con cui Dio tratti e combatta i superbi, osservate quali armi e quali eserciti impiega contro gli orgogliosi Egiziani a favore d’Israele; sono rane, moscherini, cavallette... Il re Faraone è vinto da una cavalletta; colui che aveva osato levare la sua fronte contro Dio, è costretto a piegarla sotto una mosca. « Fiero della sua forza, dice S. Agostino, parlando di Golia, gonfio, pettoruto, comincia col riporre in sé solo la vittoria di tutta la sua nazione. E perché ogni orgoglio si palesa nella sfrontatezza, dalla percossa di un sasso in fronte egli è rovesciato a terra. La fronte che mostrava l’impudenza dell’orgoglio, fu spezzata; la fronte che portava l’umiltà della croce di Cristo, fu coronata del trionfo ».
Studiate la storia di Aman che finisce col morire su di un patibolo alto cinquanta cubiti, da lui destinato al supplizio dell’umile Mardocheo, e imparerete in qual modo Dio resiste ai superbi. Inviperito quell’orgoglioso, che Mardocheo non piegasse il ginocchio davanti a lui, giura di vendicare nel sangue di lui e di tutti i suoi connazionali, il preteso affronto. Ma tutto a un tratto le cose cambiano. Mardocheo, destinato ad ignominiosa morte, è vestito da Aman medesimo del manto reale, e questi ascende il patibolo preparato per quello. Chi può dire il dispetto e l’umiliazione che prova Aman a questo mutare di scena? Infatti: 1° si vede tolto l’onore altissimo che nella sua superbia si era preparato; 2° vede dato quest’onore all’umile Mardocheo; 3° Aman medesimo deve servire di strumento al trionfo di Mardocheo; 4° quello stesso che poco prima si faceva adorare, ora non è più che lo staffiere, il banditore di un vile giudeo ch’egli detesta; 5° tutti questi affronti, queste inattese fulminanti umiliazioni gli piombano addosso tutte a un tempo, perché l’Altissimo atterra e stritola i superbi; 6° Aman è condannato a pendere da quel medesimo patibolo ch’egli aveva innalzato per Mardocheo. O giudizi di Dio contro i superbi come siete terribili!
Le umiliazioni della carne accompagnano l’orgoglio dello spirito... Dio cambia in bestia l’orgoglioso Nabucco che si glorifica nella città di Babilonia; Dio abbatte lo sdegnoso Baldassarre e per umiliarlo e farlo tremare non si serve che di una mano, anzi dell’ombra di una mano; l’arrogante Antioco è divorato vivo dai vermi. « Piangendo e umiliandosi, Pietro si condannava e si salvava, dice S. Agostino, mentre, quando pago di se stesso confidava nelle proprie forze, si perdeva » {In Psalm XXXVII). Lo stesso pensiero aveva espresso il Salmista : « Copriteli, o Signore, d’ignominia, e cercheranno il vostro nome » (Psalm. LXXXII, 15).
« Signore, esclamava Giuditta, voi non abbandonate quelli che a voi si affidano; ma umiliate quelli che confidano in sé e si vantano della loro forza » (Iudith. VI, 15). Ecco perché il Salmista trovava buono per lui che Dio lo avesse umiliato: (Psalm. CXVIII, 7). « I superbi, dice Giobbe, s’innalzano per breve tempo ma non la dureranno; saranno abbattuti e trebbiati come spighe mature. Si levi pure la superbia dell’empio fino al cielo, giunga anche a nascondere il capo nelle nuvole, egli finirà col perdersi nello sterco e quelli che l’avevano veduto diranno : Dov’è? » (Iob. XXIV, 24) (Ibid. XX, 6-7).
Per avere un’idea del modo con cui Dio tratti e combatta i superbi, osservate quali armi e quali eserciti impiega contro gli orgogliosi Egiziani a favore d’Israele; sono rane, moscherini, cavallette... Il re Faraone è vinto da una cavalletta; colui che aveva osato levare la sua fronte contro Dio, è costretto a piegarla sotto una mosca. « Fiero della sua forza, dice S. Agostino, parlando di Golia, gonfio, pettoruto, comincia col riporre in sé solo la vittoria di tutta la sua nazione. E perché ogni orgoglio si palesa nella sfrontatezza, dalla percossa di un sasso in fronte egli è rovesciato a terra. La fronte che mostrava l’impudenza dell’orgoglio, fu spezzata; la fronte che portava l’umiltà della croce di Cristo, fu coronata del trionfo ».
Studiate la storia di Aman che finisce col morire su di un patibolo alto cinquanta cubiti, da lui destinato al supplizio dell’umile Mardocheo, e imparerete in qual modo Dio resiste ai superbi. Inviperito quell’orgoglioso, che Mardocheo non piegasse il ginocchio davanti a lui, giura di vendicare nel sangue di lui e di tutti i suoi connazionali, il preteso affronto. Ma tutto a un tratto le cose cambiano. Mardocheo, destinato ad ignominiosa morte, è vestito da Aman medesimo del manto reale, e questi ascende il patibolo preparato per quello. Chi può dire il dispetto e l’umiliazione che prova Aman a questo mutare di scena? Infatti: 1° si vede tolto l’onore altissimo che nella sua superbia si era preparato; 2° vede dato quest’onore all’umile Mardocheo; 3° Aman medesimo deve servire di strumento al trionfo di Mardocheo; 4° quello stesso che poco prima si faceva adorare, ora non è più che lo staffiere, il banditore di un vile giudeo ch’egli detesta; 5° tutti questi affronti, queste inattese fulminanti umiliazioni gli piombano addosso tutte a un tempo, perché l’Altissimo atterra e stritola i superbi; 6° Aman è condannato a pendere da quel medesimo patibolo ch’egli aveva innalzato per Mardocheo. O giudizi di Dio contro i superbi come siete terribili!
Le umiliazioni della carne accompagnano l’orgoglio dello spirito... Dio cambia in bestia l’orgoglioso Nabucco che si glorifica nella città di Babilonia; Dio abbatte lo sdegnoso Baldassarre e per umiliarlo e farlo tremare non si serve che di una mano, anzi dell’ombra di una mano; l’arrogante Antioco è divorato vivo dai vermi. « Piangendo e umiliandosi, Pietro si condannava e si salvava, dice S. Agostino, mentre, quando pago di se stesso confidava nelle proprie forze, si perdeva » {In Psalm XXXVII). Lo stesso pensiero aveva espresso il Salmista : « Copriteli, o Signore, d’ignominia, e cercheranno il vostro nome » (Psalm. LXXXII, 15).
9. Castighi dei superbi. — Terribile castigo sono già per i superbi le umiliazioni a cui li condanna Iddio, ma altre punizioni ancora egli loro riserva nella sua collera : 1° Egli si allontana da loro. « L’uomo, dice il Salmista, si esalterà in cuor suo, e Dio ascenderà ancora più in alto » (Psalm. LXIII, 7). « Dall’alto del suo trono il Signore fissa lo sguardo sugli umili, ma gli orgogliosi guarda da lontano », — (Psalm. CXXXVII, 7).
2° Dio castiga il superbo abbandonandolo a se medesimo. Oggetto di scherno e di abbominio agli altri, l’orgoglioso si cruccia del disprezzo in cui è tenuto, ne è offeso e straziato. « Se tu sei superbo, dice S. Agostino, sarai punito e abbattuto. A Dio non mancano pesi per farvi discendere, e questi pesi saranno quelli dei vostri peccati. Egli ve li rinfaccerà e voi sarete annichilati » (Homil.). L’orgoglio è un carnefice che accompagna l’orgoglioso. In questo senso già diceva Seneca che Dio sta con la spada della vendetta alle spalle dei superbi (In Hercuule).
3° Dio ha rovesciato i troni su cui volevano sedere i superbi, scrive l'Ecclesiastico (X, 17). Lucifero e i suoi seguaci, Adamo, ecc. fanno testimonianza di questa verità... « Dio ha fatto seccare perfin la radice delle nazioni superbe » (X, 18), leggiamo ancora nel medesimo Ecclesiastico. Ne sono prova i sette popoli Cananei sterminati da Dio per il loro orgoglio e il medesimo popolo ebreo spogliato da lui di ogni grazia e di ogni gloria, dopo che respinse Gesù umiliato.
4° « Dio ha fatto scomparire la memoria dei superbi » nota il Savio (Eccli. X, 21), e il profeta Malachia annunzia che gli orgogliosi saranno come paglia data alle fiamme, e non ne rimarrà né germe né radice (Malach. IV, 1).
5° Se Dio non perdonò agli angeli superbi, dice S. Bernardo (Serm. I, de Ad.), come lusingarvi che risparmi voi, polvere e cenere? L’angelo non venne al fatto; egli non ebbe che un pensiero di orgoglio, eppure in un attimo fu precipitato senza remissione. Ah! fuggite, ve ne scongiuro, fratelli, fuggite l’orgoglio; schivate quella superbia che gittò così subitamente nelle tenebre Lucifero, più splendido degli astri; fuggite quell'orgoglio che cambiò un angelo, e il primo degli angeli, in un demonio.
6° La superbia ha fruttato la morte. « L’uomo, scrive S. Agostino, era stato fatto immortale; avendo ambito la divinità, non perdette no la qualità di uomo, ma l’immortalità; per causa dell’orgoglio della sua disobbedienza, è stato condannato alle malattie, ai patimenti, alla morte. Quindi la morte introdotta nel mondo dalla superbia, è essa medesima castigo alla superbia (Sentent. CCLX).
7° Rabano Mauro fa osservare che Iddio onnipotente e sommamente buono volendo ogni bene a tutti gli uomini, è stato in certo qual modo costretto ad assoggettare all'impero degli angeli orgogliosi le persone superbe, affinché perseguitate da loro comprendano la differenza infinita che vi passa tra il servizio di Dio e quello del demonio (De adept. virtut.). Il superbo che rifiuta di sottomettersi a Dio, diventa schiavo del demonio, delle concupiscenze carnali, delle passioni, castigo certamente spaventosissimo.
2° Dio castiga il superbo abbandonandolo a se medesimo. Oggetto di scherno e di abbominio agli altri, l’orgoglioso si cruccia del disprezzo in cui è tenuto, ne è offeso e straziato. « Se tu sei superbo, dice S. Agostino, sarai punito e abbattuto. A Dio non mancano pesi per farvi discendere, e questi pesi saranno quelli dei vostri peccati. Egli ve li rinfaccerà e voi sarete annichilati » (Homil.). L’orgoglio è un carnefice che accompagna l’orgoglioso. In questo senso già diceva Seneca che Dio sta con la spada della vendetta alle spalle dei superbi (In Hercuule).
3° Dio ha rovesciato i troni su cui volevano sedere i superbi, scrive l'Ecclesiastico (X, 17). Lucifero e i suoi seguaci, Adamo, ecc. fanno testimonianza di questa verità... « Dio ha fatto seccare perfin la radice delle nazioni superbe » (X, 18), leggiamo ancora nel medesimo Ecclesiastico. Ne sono prova i sette popoli Cananei sterminati da Dio per il loro orgoglio e il medesimo popolo ebreo spogliato da lui di ogni grazia e di ogni gloria, dopo che respinse Gesù umiliato.
4° « Dio ha fatto scomparire la memoria dei superbi » nota il Savio (Eccli. X, 21), e il profeta Malachia annunzia che gli orgogliosi saranno come paglia data alle fiamme, e non ne rimarrà né germe né radice (Malach. IV, 1).
5° Se Dio non perdonò agli angeli superbi, dice S. Bernardo (Serm. I, de Ad.), come lusingarvi che risparmi voi, polvere e cenere? L’angelo non venne al fatto; egli non ebbe che un pensiero di orgoglio, eppure in un attimo fu precipitato senza remissione. Ah! fuggite, ve ne scongiuro, fratelli, fuggite l’orgoglio; schivate quella superbia che gittò così subitamente nelle tenebre Lucifero, più splendido degli astri; fuggite quell'orgoglio che cambiò un angelo, e il primo degli angeli, in un demonio.
6° La superbia ha fruttato la morte. « L’uomo, scrive S. Agostino, era stato fatto immortale; avendo ambito la divinità, non perdette no la qualità di uomo, ma l’immortalità; per causa dell’orgoglio della sua disobbedienza, è stato condannato alle malattie, ai patimenti, alla morte. Quindi la morte introdotta nel mondo dalla superbia, è essa medesima castigo alla superbia (Sentent. CCLX).
7° Rabano Mauro fa osservare che Iddio onnipotente e sommamente buono volendo ogni bene a tutti gli uomini, è stato in certo qual modo costretto ad assoggettare all'impero degli angeli orgogliosi le persone superbe, affinché perseguitate da loro comprendano la differenza infinita che vi passa tra il servizio di Dio e quello del demonio (De adept. virtut.). Il superbo che rifiuta di sottomettersi a Dio, diventa schiavo del demonio, delle concupiscenze carnali, delle passioni, castigo certamente spaventosissimo.
8° L’orgoglio inaridisce la sorgente delle grazie. « Voi farete, o Signore, zampillare fontane nelle valli, e le acque loro passeranno in mezzo ai monti » (Psalm. CIII, 11). Queste valli innaffiate sono gli umili colmi delle grazie del cielo; i monti che non profittano delle acque sono i superbi divenuti simili a macigni aridi e sterili... L’orgoglioso, pieno e gonfio di se stesso, non lascia più in sé luogo alla grazia (IV Reg. IV, 6). La privazione della grazia è prova dell’esistenza dell’orgoglio, come l’abbondanza di grazie è segno dell’esistenza dell’umiltà.. Chi dunque si vede privo della grazia e dei doni di Dio, sappia che vi sono in lui radici di superbia. L’orgoglio manda a male tutte le grazie. Vi è castigo peggiore di questo?
9° La superbia porta con sé l’accecamento spirituale, l’indurimento del cuore, l’impenitenza finale, una morte funesta, un giudizio formidabile, una condanna terribile, l’inferno eterno... Fra tutti i peccati, il più detestato e il più severamente punito da Dio è la superbia. Dio solo è grande, ed ogni orgoglio, assalendo questa grandezza, ben difficilmente ottiene misericordia. Dio dimentica e perdona facilmente le colpe di debolezza, ma ben di rado quelle di caparbietà e di superbia. « Noi apertamente conosciamo, dice S. Gregorio, che evidentissimo segno di riprovazione è l’orgoglio e sicurissimo indizio di predestinazione l’umiltà ». Così parlano unanimi i Padri ed i Dottori, così insegna la Chiesa e la S. Scrittura.
9° La superbia porta con sé l’accecamento spirituale, l’indurimento del cuore, l’impenitenza finale, una morte funesta, un giudizio formidabile, una condanna terribile, l’inferno eterno... Fra tutti i peccati, il più detestato e il più severamente punito da Dio è la superbia. Dio solo è grande, ed ogni orgoglio, assalendo questa grandezza, ben difficilmente ottiene misericordia. Dio dimentica e perdona facilmente le colpe di debolezza, ma ben di rado quelle di caparbietà e di superbia. « Noi apertamente conosciamo, dice S. Gregorio, che evidentissimo segno di riprovazione è l’orgoglio e sicurissimo indizio di predestinazione l’umiltà ». Così parlano unanimi i Padri ed i Dottori, così insegna la Chiesa e la S. Scrittura.
10. Diversi gradi di orgoglio. — L’orgoglio ha sette gradi: 1° non soffrire che gli altri ci guardino come poca cosa; 2° non essere contenti di vederci disprezzati; 3° non confessare che meritiamo di esserlo; 4° non sopportare l’insulto con eguaglianza di amore; 5° non tollerare con pazienza gli affronti; 6° incollerire delle umiliazioni; 7° ricusare di ammettere che non siamo buoni a nulla.
11. Motivi e mezzi per fuggire la superbia. — Ecco nove principali motivi che ci devono indurre a fuggire la superbia : 1° essa è odiosa a Dio ed agli uomini; 2° è causa d’ingiustizie, di rapine, d’inganni, d’insulti; 3° l’uomo, per quanto potente, è sempre di natura sua una misera cosa; 4° ogni uomo è un nulla, anche solo considerata la brevità e la vanità della vita; 5° dopo morte, diventa pasto ai vermi; 6° la superbia è un abbandono di Dio, un’apostasia; 7° è principio, radice, sorgente di ogni peccato; 8° il superbo cessa in certo qual modo di essere la creatura di Dio, per diventare creatura del diavolo; 9° si attira un rovescio di castighi.
Leggiamo nella Scrittura che Davide andando contro Golia, scelse nel torrente cinque pulitissimi sassi con i quali atterrare quel gigante (I Reg. XVII, 40). In quei cinque sassi S. Bernardo riscontra cinque mezzi con i quali noi possiamo battere il Golia dell’orgoglio : 1° la minaccia delle pene; 2° la promessa delle ricompense; 3° l’amor di Dio; 4° l’imitazione dei Santi; 5° la preghiera (Serm. sup. Missus)... Conoscere Dio, conoscere se stesso, ecco un altro rimedio efficacissimo contro l’orgoglio... Bisogna praticare, per quanto è in noi, la bella virtù dell’umiltà; essa è la mazza che atterra e uccide la superbia.
Leggiamo nella Scrittura che Davide andando contro Golia, scelse nel torrente cinque pulitissimi sassi con i quali atterrare quel gigante (I Reg. XVII, 40). In quei cinque sassi S. Bernardo riscontra cinque mezzi con i quali noi possiamo battere il Golia dell’orgoglio : 1° la minaccia delle pene; 2° la promessa delle ricompense; 3° l’amor di Dio; 4° l’imitazione dei Santi; 5° la preghiera (Serm. sup. Missus)... Conoscere Dio, conoscere se stesso, ecco un altro rimedio efficacissimo contro l’orgoglio... Bisogna praticare, per quanto è in noi, la bella virtù dell’umiltà; essa è la mazza che atterra e uccide la superbia.
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