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venerdì 24 ottobre 2014

DEMONIO (1)


1. Esistenza dei demoni. — 2. Che cosa sono i demoni? — 3. Cause della caduta dei demoni. — 4. Perché Dio ha perdonato all'uomo e non all’angelo? — 5. Il demonio è omicida, padre di tutti i delitti e di ogni eresia, — 6. Perché Gesù Cristo paragona il demonio alla folgore? — 7. Perché il demonio è chiamato leone?

1. Esistenza dei demoni. — Che vi siano degli spiriti malefìci chiamati demoni, è cosa attestata dalla Sacra Scrittura e riconosciuta da tutti i popoli.
I pagani credevano nell’esistenza di geni, gli uni buoni, gli altri cattivi; e ne conchiudevano che bisognava cattivarsi l’affezione dei buoni con riverenze, offerte, preghiere; placare la vendetta e la malignità dei cattivi con sacrifizi. Quindi l’idolatria, il politeismo, le pratiche superstiziose, la magìa, la divinazione, ecc. La stessa cosa credettero pure i filosofi pagani...
La rivelazione è venuta ad illuminarci su l’esistenza dei demoni. Mosè ci dice che la prima donna fu tratta a disobbedire a Dio da un perfido nemico camuffato sotto la forma di serpente (Gen. III, 4). Nel Deuteronomio si narra che gl’israeliti immolarono i figli loro agli spiriti malefici e cattivi (XXXII, 17); il Salmista conferma il medesimo fatto con quelle parole: — Immolaverunt filios suos et Alias suas daemoniis (CV, 35). Anche Gesù Cristo parlò dell’esistenza dei demoni, anzi sappiamo che li cacciava dal corpo degli ossessi. Il medesimo linguaggio tennero gli apostoli, e l’esistenza dei demoni forma un dogma della Chiesa cattolica.

2. Che cosa sono i demoni? — Dèmone significa spirito, genio, intelligenza: perciò questa parola, in quanto indica un essere dotato d’intelligenza, non ha nulla di odioso in se stessa. Nel Nuovo Testamento, il nome di dèmone o demonio è sempre adoperato in cattivo senso e significa uno spirito malvagio, nemico di Dio e degli uomini...
Nel principio della creazione Dio trasse dal nulla gli angeli, come tutto il resto. Li fece buoni, perché sta scritto che tutte le cose che Dio ha fatte erano assai buone e Dio non può essere l’autore di cosa cattiva. La Scrittura c’insegna che dall’istante della loro creazione tutti gli angeli, che erano quasi innumerabili, si trovarono collocati in cielo. Da essa sappiamo ancora che molti di essi si ribellarono al Creatore e in punizione del loro misfatto furono condannati a eterni supplizi; a questi ultimi la Scrittura dà il nome di demoni. L’altra parte degli angeli si mantenne fedele a Dio e fu confermata nella grazia.
Di loro natura gli angeli sono spiriti intelligenti, attivi, immortali, immateriali, destinati a vivere nella contemplazione di Dio. Gli angeli sono le creature che più si avvicinano alla maestà divina, infinita in perfezioni. Dio li ha creati per formarne la sua corte ed è certo ch’Egli sparse a larga mano su queste belle intelligenze tutti quei doni naturali di cui noi abbiamo ricevuto una piccola parte. Cadendo, nulla perdettero gli angeli ribelli della loro natura, agilità, spiritualità e vasta intelligenza, ma perdettero l’innocenza, la bellezza e la felicità. Sotto questo aspetto hanno tutto perduto... E che cosa diventarono questi angeli decaduti? Udite la risposta di S. Agostino: « Il diavolo è il dottore della menzogna, l’avversario del genere umano, l’inventore della morte, il maestro in orgoglio, la radice della malvagità, l’autore dei delitti, il principe di tutti i vizi, l’istigatore dei vergognosi piaceri. Che cosa vi è di più perverso, di più corrotto, di più malvagio che il nostro avversario? ».
La Sapienza così descrive i demoni: «Sono mostri non mai più veduti, pieni d’inaudito furore, spiranti fiamme e odore di fumo, raggianti dagli occhi orribili scintille; non solamente possono uccidere col ferire, ma la sola loro vista può dare la morte per lo spavento » (Sap. XI, 19-20).
Gesù Cristo e gli apostoli attribuiscono ai demoni i più grandi delitti, quali l’incredulità dei giudei, il tradimento di Giuda, l’accecamento dei pagani, le malattie crudeli e le ossessioni. Chiamano Satana il padre della bugia, il re di questo mondo, il principe dell’aria, l’antico serpente, il diavolo. Negli esorcismi il demonio è detto spirito immondo, infelicissimo tentatore, ingannatore, padre della menzogna e delle eresie, feroce serpente, autore dell’impudicizia, stupido, insensato, devastatore, schifoso, effeminato, avvelenatore, mostro dei mostri, cacciato dal paradiso, dalla grazia di Dio, dal soggiorno della felicità, dall’assemblea e società dei santi, creatura riprovata e maledetta da Dio per tutta l’eternità, orgoglioso, infame, pieno di scelleratezza, di abbominazione, di bestemmie, coperto di maledizione, carico di scomuniche e meritevole del fuoco infernale. Ecco i nomi e i titoli che la Chiesa dà al demonio apostrofandolo negli esorcismi. Da questi possiamo giudicare chi è.

3. Cause della caduta dei demoni. — Tertulliano, S. Basilio, S. Cipriano, S. Bernardo, Ruperto abate, il Suarez, seguiti da buon numero di teologi, tengono come probabile che il peccato commesso da Lucifero in cielo, per cui fu condotto all’orgoglio, ebbe origine dall’invidia che provò quando Dio gli rivelò che il Figliuol suo si sarebbe fatto uomo e gli intimò di sottomettersi a Gesù Cristo incarnato. Fu geloso che il Figliuolo di Dio assumesse la natura umana e non seppe rassegnarsi che fosse preferito l’uomo a lui, il più nobile, il più bello, il più intelligente degli angeli; gli parve intollerabile quell’unione ipostatica dell’uomo col Verbo; desiderò che tale unione avesse luogo con lui e ricusò di riconoscere per suo superiore un uomo fatto Dio per l’incarnazione. Non avendo voluto Iddio accondiscendere a’ suoi voti, Lucifero si ribellò a lui ed a Gesù Cristo e consigliò gli angeli di seguirlo nella sua rivolta. Nella sua lettera agli Ebrei pare che S. Paolo favorisca quest’opinione in quelle parole: «Quando Dio introdusse nel mondo il suo primogenito, disse: E lo adorino tutti gli angeli di Dio» (I, 6). La parte degli angeli che adorò i secreti divini si sottomise al volere di Dio, riconobbe Gesù Cristo fatto uomo per suo Signore e non solo fu mantenuta nella felice sua condizione, ma fu innalzata nel più alto dei cieli e confermata nella grazia.
L’orgoglio fece cadere l’angelo, che per i suoi splendori è paragonalo alla stella del mattino. « Come mai sei tu caduto dal cielo, o Lucifero, esclama Isaia: tu astro brillante, figlio dell’aurora, come mai precipitasti in terra? » (XIV, 12). Come ti sei tu cangiato in tenebre, o Lucifero? Come mai sei precipitalo dal più alto grado al più basso, dalla gloria nell’ignominia, dalla vita nella morte, dal cielo all'inferno?
Il capo degli angeli ribelli si chiama Lucifero, perché splendeva di grazia e di gloria nel cielo, come splende di più viva luce la stella che si chiama Lucifero o portatrice di luce. Nel senso mistico poi, questo significa che la caduta di Lucifero avvenne nell’aurora, ossia nel cominciamento stesso della creazione del mondo.
Lucifero, continua Isaia, tu dicevi in cuor tuo: Ascenderò su i cieli, e su gli astri di Dio poserò il mio trono; m’innalzerò al di sopra delle nubi, o sarò simile all’Altissimo» (Isa. XIV, 13-14). Come sei tu caduto? tu che eri il sigillo della somiglianza(Ezech. XXVIII, 12): cioè tu eri di una bellezza perfetta e pieno di sapienza; creato tra le delizie del paradiso di Dio, andavi come vestito di gemme; eri perfetto fin dal giorno della creazione, e tale sei rimasto fino a che l’iniquità non venne ad insozzarti. E qual è questa iniquità se non quella di aver troppo stimato te medesimo, e di esserti fatto un laccio della tua medesima eccellenza?
Infelice e mille volte sventurata, dice Bossuet, quella creatura che non vuole guardarsi in Dio, e che fissandosi in se stessa si separa dalla sorgente del suo essere, la quale è per conseguenza ad un tempo la sorgente della sua perfezione e della sua felicità. Quel superbo che si era fatto Dio a se stesso, suscitò la ribellione nel cielo, e Michele, che si trovò a capo del partito dell’ordine, gridò: Chi è come Dio? — —- Perciò ebbe il nome di Michele, che significa : Chi è uguale a Dio? Chi è colui che vuole mostrarsi a noi come un altro Dio, e che disse nel suo orgoglio: Io m’innalzerò fino ai cieli, dominerò tutti gli spiriti, e sarò simile all’Altissimo? Chi è dunque questo nuovo Dio che vuole innalzarsi sopra di noi? Ma gridiamogli tutti dietro: Non vi è che un solo Dio; diciamo tutti a un coro: Chi è simile a Dio?  — Osservate che cosa diviene a un tratto quel falso dio che voleva farsi adorare: Dio lo ha colpito ed egli precipitò con gli angeli suoi imitatori. Tu che t’innalzavi al cielo, sei cacciato nell’inferno, nei più profondi e tenebrosi abissi(Isa. XIV, 15). Nella sua caduta conserva tutt’intero il suo orgoglio, perché l’orgoglio deve essere il suo supplizio (Sur les Démons).
« Un grande combattimento, dice l'Apocalisse, si fece nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il dragone e gli angeli suoi. Ma questi non valsero a sostenere la lotta e per loro non rimase più posto in cielo. E quel gran dragone, quel serpente antico, il cui nome è diavolo e Satana, che seduce tutta la terra, fu precipitato giù insieme agli angeli suoi » (XII, 7-9).
Il demonio non stette più nella verità, scrive S. Bernardo, perché non si appoggiò nel Verbo. Egli si affidò alle sue forze; volle sedersi mentre non poteva di per se stesso nemmeno tenersi in piedi. Diceva in cuor suo: Io m’assiderò; ma Dio, giudicando altrimenti, non gli permise né di sedere, né di stare ritto. Allora il demonio cadde; lo dice Gesù Cristo di propria bocca: « Io vedeva Satana precipitare come folgore dal cielo » (Luc. X, 18). Chi dunque è in piedi, non si fidi dì sé, ma si appoggi al Verbo, per non cadere. È parola del Verbo, che senza di lui noi non possiamo fare nulla (Serm. LXXXV, in Cantic.).
Io mi assiderò e sarò simile all'Altissimo. O impudente! dice il medesimo padre; milioni di angeli lo servono e centinaia di milioni stanno con le ali ai piedi per seguirne gli ordini e tu ti assiderai! I cherubini stavano e non sedevano : ora che hai tu fatto perché già sii
degno di sedere? « Io vidi, dice Isaia (VI, 1-2), il Signore assiso sopra un alto trono e i cherubini stargli in piedi attorno ». — Perché tu, o lucifero, che sembravi lo splendore dell’aurora, non sei rimasto nella verità se non perché tu non eri un serafino? Cherubino vuol dire illuminato e infiammato; e tu, infelice, avevi la luce senza il calore. Ti sarebbe giovato di più essere ardente, che non splendente; dovevi reprimere quella tua vanagloria di comparire ed era tuo debito umiliarti. Ma no, tu hai detto: Io ascenderò su le nubi e mi vi assiderò, ed eccoti caduto. I serafini stanno ritti e saldi, perché la carità, giammai non cade, dice S. Paolo (1 Cor. XIII, 8). Essi stanno fissi nell’eterna incommutabilità, e nell'incommutabile eternità. Tu, o Lucifero, hai pensato di sederti! O empio! eccoti perciò mal fermo su le piante e, cercando di ascendere, stramazzerai; è il figlio dell’Eterno quegli che sta assiso sul trono; è il Signore degli eserciti, che giudica con calma. Solo la Trinità sta assisa, solo essa, ha l’immutabilità, ma i serafini stanno in piedi (Serm. III, in Isa.).
Gli angeli ribelli furono dunque rei, 1° di una eccessiva compiacenza della loro bellezza ed eccellenza; 2° del disegno di bastare a se stessi e di vivere unicamente per sé, ricusandosi di dipendere da Dio; 3° di aver voluto arrogarsi la beatitudine e riconoscerla dalle proprie forze, non dalla potenza e bontà di Dio; 4° di aver ambito d'innalzarsi sopra degli altri angeli e disdegnato ogni soggezione a qualsivoglia persona, anche alla persona medesima di Dio.
Lucifero peccò, 1° per un intollerabile orgoglio; 2° per la ribellione sua e degli angeli suoi contro Dio e la Chiesa celeste; 3° Lucifero ed i suoi angeli commisero un delitto di lesa maestà divina, avendo tentato d’impadronirsi del trono di Dio medesimo...; 4° Lucifero cercò di trascinare dietro di sé gli angeli, e cerca ancora di trascinare con sé gli uomini...; 5° egli è l’autore di tutti i peccati, ma è anche la creatura più sprofondata e tormentata nell’inferno.
La prima cagione della caduta degli angeli fu la superbia. La seconda fu il loro proprio nulla. Essi traevano la grandezza e la perfezione dalla mano di Dio, avrebbero dovuto riconoscerlo; ma poveri e deboli perché tolti dal nulla, vollero fidarsi di se stessi e non trovando che il nulla, caddero. La terza fu il cattivo uso che fecero della loro libertà. E che guadagnarono? Ohimè! perdettero tutto...
Da angeli di luce, divennero spiriti di tenebre; erano buoni, belli, felici : e divennero cattivi, orribili, infelicissimi.
Le medesime cause che trassero in perdizione gli angeli vi traggono ancora gli uomini che li imitano. Adamo volle seguirli, e fu condotto in tale baratro di mali, da cui non sarebbe mai più uscito senza l'infinita misericordia di Dio. Tremiamo... Se gli angeli caddero nel cielo, se Adamo cadde nell’Eden, se caddero e Sansone e Davide e Salomone, se cadono i cedri del Libano, di quanto timore e di quanta umiltà dobbiamo essere compresi noi deboli e fragili ! Perciò il grande apostolo ci esorta a lavorare alla nostra salute con timore e tremore (Philipp. II, 12).

4. Perché Dio ha perdonato all’uomo e non all’angelo? Vedi. Conversione, II. 14.

5. Il demonio è omicida, padre di tutti i delitti e di ogni eresia.
« Il vostro padre è il diavolo, diceva Gesù Cristo agli scribi e farisei orgogliosi e malviventi, e volete adempiere i desideri di vostro padre. Egli era omicida fin da principio e non si mantenne nella verità» (Ioann. VIII, 44). Il demonio uccise se stesso con la sua rivolta... Fu omicida del primo uomo e lo è tuttavia della stirpe umana... Mirava perfino a distruggere Dio, se avesse potuto, per usurparne il posto. E ciò che non poté fare contro Dio nel cielo, l’ha fatto su la terra, spingendo i giudei a uccidere Cristo... II demonio è il padre della morte e non ha mai generato altro che morte. Non sa far vivere, e come un masnadiere ardito e feroce non d’altro s’intende che di ruberìe e di uccisione, ridendosi dei misfatti che gli riesce di far commettere...
« Chiunque commette peccato è figlio del diavolo, dice S. Giovanni, perché il diavolo è peccatore fin da principio » (I, III, 8). Il demonio è il principe del peccato e il padre di tutti i mali, scrive S. Cirillo.
Il demonio è l’autore di tutti i delitti, di tutte le menzogne, di tutti gli errori e per ciò il padre degli eretici e delle eresie. Senza di lui il peccato non sarebbe mai esistito e per conseguenza se non ci fosse il demonio non ci sarebbero né miserie, né malattie, né morte, né inferno, perché tutte queste terribili cose sono la pena del peccato... Niun essere è tanto colpevole, malvagio, depravato quanto Satana...

6. Perché Gesù Cristo paragona il demonio alla folgore? — « Io vedeva, disse Gesù agli apostoli, Satana precipitare dal cielo come folgore » (Luc. X, 18). Lucifero è qui paragonato alla folgore: 1° per la sua agilità...; 2° per la sua potenza di nuocere...; 3° perché arriva in un attimo, ma passa e scompare anche prontamente se non gli si dà ascolto...; 4° perché appare talvolta sotto forma splendida e pura; benché scacciato, disprezzato, maledetto, si trasforma in angelo di luce...

7. Perché il demonio è chiamato leone? — « Siate sobri e vigilanti, dice S. Pietro, perché il diavolo, vostro nemico, va attorno come leone ruggente che cerca la preda » (I, V, 8). Satana è chiamato leone: 1° perché la notte veglia...; 2° è crudele come il leone affamato...; 3° manda, come il leone, terribili ruggiti...; 4° il leone che si avventa sulla preda è spinto dalla rabbia e dalla fame, così avviene del demonio; il leone calpesta il resto della sua preda, il diavolo sbeffeggia e trae nel fango quelli che arriva a pervertire e uccidere...; 5° il leone si appiatta per sorprendere l’incauta fiera, così si diporta il demonio...; 6° il leone contrastato diventa furioso, e Satana ancora...; 7° il leone puzza, il diavolo spande dappertutto il fetore delle passioni e del peccato...; 8° il leone ed il demonio hanno il medesimo istinto di divorare...; 9° come pure vanno entrambi in giro cercando la preda...; 10° il leone assalta principalmente le grandi fiere, gli animali di gran corpo e forza, non curando i piccoli e deboli, e non mangia se non quello che prende vivo; il demonio sceglie il giusto per sua vittima prediletta, assale di preferenza le anime più pie, più sante, più avanzate nella virtù, più eroiche: dei cuori deboli, carnali, vili non tiene conto...; 11° il leone ed il demonio si slanciano con più furore su l’uomo quando si sentono feriti...

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