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venerdì 17 ottobre 2014

INCREDULITA'

1. Cause dell’incredulità. — 2. Effetti dell'incredulità : 1° l’accecamento; 2° l’indurimento; 3° la corruzione del cuore; 4° gli increduli sono abbandonati da Dio e giudicati fin da questa vita; 5° la morte da reprobo. — 3. Castighi dell’incredulità. — 4. Grande è il numero degli increduli. — 5. Rimedi contro l’incredulità.

1. Cause dell’incredulità. — S. Giovanni ci ha svelato fino dai suoi tempi le cause — e sono le stesse anche oggidì — per cui tanta parte di mondo, anche battezzato, è incredula. « Gesù, il Verbo di Dio, è la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo, dice l’apostolo; Egli era nel mondo ed il mondo è stato fatto per mezzo di lui, ma il mondo non lo conobbe » (Ioann. I, 9-10). Il mondo si è rifiutato e tuttavia si rifiuta di accogliere, conoscere e ascoltare Gesù Cristo. Ecco in una parola e, diremo, in germe, le cause tutte dell’incredulità e antica e moderna.
Gesù Cristo poi, oltre al confermare con la sua autorità la sentenza dell’apostolo, ci ha posti su le tracce per scoprire le ragioni di questo trattamento a lui fatto dal mondo, in varie occorrenze nelle quali ebbe a folgorare l’incredulità de’ suoi contemporanei e connazionali. « Voi siete increduli, diceva loro, perché non siete del numero delle mie pecorelle. Queste odono la mia voce ed io le conosco ed essi mi tengono dietro » (Ioann. X, 26-27). Quasi che loro apertamente dicesse: Voi non siete credenti, non siete de’ miei, perché non mi volete conoscere; e vi rifiutate di conoscermi, perché non volete seguirmi. Questo poi vi pare la più dura e insopportabile e impossibile cosa del mondo, perché attaccati, come ostriche allo scoglio, al vostro orgoglio, alla vostra invidia, al vostro odio, alla vostra avarizia, alla vostra gelosia, alla vostra lascivia, amate meglio chiudere volontariamente gli occhi su le mie opere, turarvi le orecchie alle mie parole, anziché vedervi obbligati a cessare da quei vizi che tanto amate.
« Sapete voi, diceva ad essi un’altra volta, perché non intendete il mio linguaggio? È perché non potete sopportare i miei avvisi. Ah! voi siete figli del diavolo e volete adempire i desideri del padre vostro » (Ioann. Vili, 43-44). « Quei disgraziati, osserva S. Agostino, non potevano intendere, perché se avessero inteso e creduto, si sarebbero dovuti correggere ed emendare »; ma questo appunto essi non volevano fare, secondo quel detto dei Salini: « Non volle intendere per timore di dover fare il bene » (Psalm. XXXV, 3).
« io sono la via, ta verità e la vita », disse anche il divin Redentore (Ioann. XIV, 6). « Io sono la luce del mondo; chi viene dietro di me, non cammina nelle tenebre, ma godrà la luce della vita » (Ioann. VIII, 12). Ora molti non vogliono seguire Gesù Cristo, lo rinnegano nei loro affetti e nelle orazioni; non vi è dunque in essi né via, né verità, né luce; perciò che meraviglia se l’incredulità s’impossessa del loro spirito e del loro cuore?
Oggidì, come ai tempi di Gesù Cristo, l’incredulo vuol essere e rimanere incredulo... Stringete pur loro i panni addosso con vigorosi argomenti, con luminosi tatti, non verrete mai a capo di nulla. È proprio il caso di ripetere con Gesù Cristo: «Venne Giovanni che non mangiava e non beveva ed essi lo chiamarono un indemoniato; venne il Figliuolo dell'uomo che mangia e beve ed essi lo accusano come ghiottone, amico dei pubblicani e dei peccatori » (Matth. XI, 18-19). Si persevera nell'incredulità volgendo tutto a male, incolpando ora la legge, ora la religione, ora quelli che sono mandati per istruire e illuminare. Si nega quello che si ignora, si dimentica quello che si è imparato; si mette in canzone quel po’ di bene che viene talora, senza volerlo, alla memoria. Poveri disgraziati! Ad essi si adattano quelle minacce del Salvatore : « Guai a te, Corozain! Guai a te, Cafarnao! perché se in Tiro ed in Sidone io avessi operato i prodigi che ho fatto in voi, esse già si sarebbero convertite e avrebbero fatto penitenza nella cenere e nel cilicio. Perciò vi do parola che meno severa punizione toccherà a Tiro e a Sidone, che non a voi, nel giorno del giudizio » (Matth. 21-22).

2. Effetti dell’incredulità: 1° l'accecamento. — Il primo effetto dell’incredulità è l’accecamento spirituale. Come i ciechi non vedono nemmeno la luce del sole, così gli increduli non vedono né Dio, né i loro doveri, né l'infelice stato della loro anima. Ciò non di meno la luce di Dio splende in mezzo alle tenebre stesse dell’incredulità, per mezzo della luce della ragione..., della voce delle creature animate, intelligenti e brute..., della legge antica..., della legge nuova..., dei dottori..., dei predicatori..., dei miracoli..., dei monumenti..., della Chiesa..., delle sante ispirazioni..., dei rimorsi..., della bellezza della virtù..., delle laidezze del vizio..., delle vite dei santi..., ecc.
O increduli, volete voi vedere e conoscere? credete. La luce non sta e non può stare con le tenebre; ora essendo l’incredulità fitta tenebra, come ci vedrete voi, rimanendo in essa? Solo Gesù Cristo, e nessun altro fuori di lui, è la vera luce, la luce increata. — Luce per la sua dottrina, luce per la sua grazia la quale illumina più chiaramente l’anima che non il sole la terra; luce per la verità del suo essere, del suo spirito, delle sue parole, delle sue opere; luce universale che rischiara ogni persona che viene su questa terra, per quanto è in sé, e tanto quanto basta perché il cieco incredulo sia senza scusa. Se gl’increduli non sono illuminati, la colpa è tutta loro; essi non sentono e non intendono nulla, ma è forse Iddio l’autore di questa terribile disgrazia? No: essi medesimi ne sono la causa, perché non vogliono né vedere, né udire, né comprendere.
La condizione degli increduli odierni è, rispetto a Gesù Cristo ed alla religione, quella medesima in cui erano e rimasero gli Ebrei. Ora furono essi e sono innocenti di questa loro incredulità? No, ma furono e sono colpevolissimi; infatti è fuori di ogni dubbio che potevano e dovevano chiaramente conoscere e assolutamente credere che Gesù era il Messia: l° per i suoi miracoli, facendoli esso a questo scopo... 2° Egli ha fatto tutti i miracoli predetti dai profeti... 3° Benché parecchi profeti e molti santi abbiano fatto dei miracoli, nessuno però uguagliò in numero ed in rilevanza quelli di Gesù Cristo. Inoltre i profeti e i santi non facevano miracoli per virtù loro propria, ma per l’invocazione e la virtù di Dio; mentre Gesù li faceva in nome e virtù e autorità propria, per quel potere che a lui competeva come a Signore di tutte le cose. I suoi miracoli erano pubblici, evidenti, strepitosi, numerosissimi; per operarli, gli bastava una parola, un cenno; ne operava dappertutto ed in ogni genere. Questa potenza assoluta, questa virtù perpetua appartengono esclusivamente a Gesù Cristo, non meno che la sua divina morale... Dunque i Giudei dovevano riconoscerlo. La loro incredulità è pertanto un enorme delitto e un delitto d’accecamento tutto volontario ed ostinato. E non è questa la condotta degli increduli di tutti i tempi? Non hanno essi da rimproverarsi il medesimo volontario accecamento?
I Giudei potevano e dovevano sapere e credere che Gesù era il Messia promesso, perché tutto quello che era stato predetto del Messia, si vedeva realmente adempito in Gesù. Io sono il Messia vaticinato, aveva egli tutta ragione di dire; io fo tutto quello che di lui fu predetto, dunque io sono il Messia. Sono il Messia, per il compiersi in me di tutte le Scritture; sono il Messia per la mia dottrina, la mia morale, la mia vita, le mie opere, i miei miracoli, la voce del mio Padre, la conversione dei gentili, ecc. Io provo la mia divinità, la mia missione; consultate le Scritture ed esse vi renderanno testimonianza di me (Ioann. V, 39). Quello che diceva Gesù, lo ripeteva S. Pietro, predicando che di lui fanno testimonianza tutti quanti i profeti (Ad. X, 43); lo ripeteva S. Paolo, asserendo che Gesù è il fine, il termine, il compimento, lo scopo di tutta quanta la legge (Rom. X, 4).
Chiunque legge e medita la sacra Scrittura, trova Gesù Cristo dappertutto, chiaramente e velatamente sotto le ombre e le figure; resta dunque che chi si ostina a non credere, sia o ignorante o uomo di mala fede. « E perché, scrive l'Apostolo, non hanno voluto ricevere l’amore della verità per essere salvi, Dio li abbandonerà alla potenza dell’errore; sicché credano alla menzogna; affinché siano condannati tutti coloro che non credettero alla verità e si acquietarono all'iniquità»  (II Thess. II, 10-11). Accade ancora degli increduli quello che di loro già notava il Salmista: «Essi vanno dicendo a se medesimi: Il Signore non ci vede e non saprà quello che noi facciamo» (Psalm. XCIII, 7); e su questo errore dormono tranquilli per tutta la vita.
« Le tenebre non hanno compreso la luce » (Ioann. I, 5), dice il Vangelo. Per l'incredulo tutto è tenebre e notte, Gesù Cristo, la rivelazione, la Chiesa, i sacramenti, la legge, il dogma, il culto, la morale, la preghiera, il giudizio, il paradiso, l’inferno, la santità, la sapienza, la virtù, la grazia, la salute, ecc. Qui si adattano quelle parole di Seneca : « A che illuderci? non è fuori di noi il male che ci rode, ma è dentro di noi, nelle nostre viscere; docilmente guariamo, perché non sappiamo di essere malati ». Perciò l’incredulità è follia a un tempo e malattia quasi incurabile; come il pazzo vede e giudica ben altrimenti dell’uomo assennato e sempre dà in fallo, così fa l’incredulo rispetto al credente. E' questo, appunto il rimprovero che Gesù Cristo fece ai discepoli di Emmaus: « O stolti, voi che andate così a rilento nel credere a quello che dissero i profeti! » (Luc. XXIV, 25).
Ateniesi, disse S. Paolo, io mi sono abbattuto, passando per questa vostra città, in un altare su cui sta scritto: «Al Dio ignoto» (Ad. XVII, 23). Ciechi increduli, non meritate anche voi il medesimo rimprovero? Non è forse Dio una cosa a voi affatto sconosciuta? Ve ne date pensiero? Ma come conoscerete Iddio, mentre respingete volontariamente la fede?...
2° L'indurimento. — L’incredulo pensa e parla come Faraone : « Chi è il Signore, perché io deva ascoltarne la voce? Io non conosco alcun Signore » (Exod. V, 2). Ma ricordino gl’increduli che quanto più Faraone chiudeva gli occhi, tanto più s'indurava il suo cuore.
Per gl’increduli che cercano di mascherare la loro incredulità con l’istruzione, dicendosi pronti a credere quando fossero persuasi con argomenti irrefutabili, si adatta quella risposta che diede Abramo al ricco dannato il quale lo pregava di mandare Lazzaro ad avvertire i suoi fratelli affinché mutassero vita, che cioè se non credevano a Mosè e ai profeti, non avrebbero nemmeno creduto ad un morto venuto dall'altro mondo (Luc. XVI, 29-31). L’incredulo che si acceca volontariamente, necessariamente s’indurisce.
Chi è l'indurito? chiede S. Bernardo, e risponde: l’indurito è colui il cui cuore non si commuove per nulla, che non si sente attratto dalla virtù, che non si lascia scuotere dalle preghiere, che si ride delle minacce, che resiste sotto i castighi, che dimentica i benefizi, che si burla dei pericoli, che non teme né Dio né gli uomini. Questo è il vero carattere dell’uomo indurito (Lib. 1 de Consider.). Ed è questo, soggiungiamo noi, il vero ritratto dell'incredulo.
3° La corruzione del cuore. — Questo terzo frutto dell'incredulità, così fu descritto dal Salmista: «Disse l’insensato in cuor suo: Dio non esiste. Ma ecco che questi tali si sono corrotti e divenuti abbominevoli nei loro affetti; non si trova più tra loro nemmeno uno che faccia il bene... Tutti si sono gittati fuori di strada e caddero in dissoluzione; la loro gola è un sepolcro spalancato, con la loro lingua ingannano, dalle labbra schizzano veleno di vipere. La loro bocca è piena di maledizione e di fiele, i loro piedi corrono allo spargimento del sangue. Nelle loro vie è afflizione e calamità, non conoscono la strada della pace, non è dinanzi ai loro occhi il timor di Dio » (Psalm. XIII, 1-3).
L’incredulo ben può dire di se stesso: «Le mie piaghe si sono incancrenite a cagione de’ miei traviamenti » (Psalm. XXXVII, 5). Gli increduli sono corrotti e carichi di delitti e sono increduli appunto perché carichi di peccati e di corruzione. La corruzione dello spirito e del cuore genera la incredulità e l’incredulità accresce la corruzione della mente e del cuore... Mondate, o increduli, il vostro cuore dall’impurità, cacciate dal vostro spirito la bestemmia e voi cesserete d essere increduli, avrete la fede...
4° Gli increduli sono abbandonati da Dio e giudicati fin da questa vita. « I rami, cioè i Giudei, furono recisi a cagione della loro incredulità » dice S. Paolo (Rom. XI, 20). Per la loro incredulità cessarono di essere il popolo di Dio; sono divenuti pagani; Dio li ha rigettati e maledetti... Così ugualmente tratta gli animi increduli quel Dio che vuole che si creda in lui, che si ami e si adori... Gli increduli corrono la sorte dei reprobi, con questa differenza, che i reprobi sono essi costretti ad allontanarsi da Dio, gli increduli costringono Dio ad allontanarsi da loro. Ed essere abbandonato da Dio è la somma delle disgrazie...
Del resto, l’incredulo non ha da aspettare la sua sentenza in fin di vita; egli è già giudicato mentre ancora vive, poiché è chiarissima e perentoria la parola di Gesù Cristo: « Chi disprezza me, e non dà orecchio alle mie parole, ha chi lo giudica: anzi egli non credendo è già giudicato » (Ioann. XII, 18) (Ioann. IlI, 18). E quello che qui Gesù Cristo dice di se stesso, lo aveva già detto Dio, nell’antica legge, di ogni uomo che parlasse in suo nome: « Chi non vorrà intendere quello che il mio profeta parlerà in vece mia mi troverà pronto a vendicarlo » (Deut. XVIII, 19).
5° La morte da reprobo. — L’incredulo vive da reprobo; ora come non morirà tale, senza un grande miracolo della grazia, miracolo che Dio non è tenuto a dare, anzi, per quanto si ricava Falla Scrittura, si protesta di non dare?
Nel Deuteronomio infatti leggiamo: « Chi si insuperbisce e non vuole ubbidire al comando del sacerdote, morrà » (XVII, 12). E ai Giudei Gesù diceva: «Se voi non crederete in me, morrete nei vostri peccati » (Ioann. VIII, 24). « Quale sarà, domanda S. Pietro, la sorte di quelli che non vogliono credere al Vangelo di Dio? Se appena il giusto troverà salvezza, che cosa toccherà all’empio ed all'incredulo » (I Petr. IV, 17-18).

3. Castighi dell'incredulità. — Dio ha in ogni tempo puniti gli increduli: Noè, nei cento anni che impiegò a fabbricare l’arca, non cessò mai di ammonire il mondo del castigo terribilissimo di un diluvio universale che stava per sommergerlo; gli uomini lo canzonano, rimangono increduli e il diluvio si avvera.
Chi travolse nella rovina di Sodoma coloro che Lot cercava di salvare? l’incredulità di quei cittadini che s’imaginavano ch’egli celiasse (Gen. XIX, 14). E le piaghe di Egitto non furono causate dall’incredulità? Perché Faraone annegò con seicento mila Egiziani nel Mar Rosso? perché furono increduli alla parola divina annunziata da Mosè.
Portatevi nel deserto e là vi dirà il Salmista, che tutta la nazione ebrea corse pericolo di totale sterminio, in punizione di non aver creduto alla parola del Signore, di non aver dato ascolto alla sua voce (Psalm. CV. 25-26). « L’ira di Dio piombò sopra di essi e prostrò il fiore d’Israele, perché non avevano prestato fede alle sue meraviglie » (Psalm. LXXVII, 30-32).
Zaccaria esita a credere quello che gli annunzia Dio e in pena della sua incredulità perde la favella (Luc. I, 20). Simili ai padri loro, gli Ebrei contemporanei di Gesù Cristo non vollero ascoltare le sue chiamate: ma la distruzione di Gerosolima, le inaudite calamità cui sottostette la nazione giudea e la sua dispersione tra le genti, mostrano il frutto della loro incredulità.
« Quando gli increduli, esclama la Sapienza, dichiararono, o Signore, di non volervi conoscere, si aggravò sopra di loro il peso del vostro braccio, furono inondati da nuove acque, flagellati da grandini, battuti da tempeste, consumati dal fuoco »  (Sap. XVI, 16).
Qual è stata la fine degli increduli in tutti i secoli? La loro morte somiglia alla loro vita; vivono senza fede, muoiono nell’incredulità... Gli increduli sono nemici di Dio e degli uomini. I loro fatti, i loro scritti, la lor vita, la loro morte, il loro nome sono esecrati dal cielo e dalla terra...

4. Grande è il numero degli increduli. — Già da’ suoi tempi si lagnava Isaia che molti non porgevano orecchio alle parole dei profeti e vivevano da increduli(Isai. LIII, 1). E a lui fa eco, dopo vari secoli, S. Paolo, lamentando che non tutti obbediscono al Vangelo (Rom. X, 16); prenunziando che sarebbe venuto un giorno, in cui gli uomini non avrebbero più dato ascolto all’annunzio della sana dottrina; ma deprezzando la verità, si sarebbero volti alle favole (II Tim. IV, 3-4). Questo vuol dire che in tutti i tempi vi sarebbero stati degli increduli, allora e oggi e sempre.
« Quando verrà il Figliuolo dell’uomo, stimate voi che troverà molti credenti sulla terra?», diceva il Salvatore (Luc. XVIII, 8). Ora se venisse oggidì, quanti increduli vi troverebbe!... Infatti non vivono forse da increduli tutti coloro che abbandonano la legge di Dio, la religione, i sacramenti? Invano diranno che credono, poiché la fede senza le opere, è morta, risponde loro S. Giacomo (II, 26). Come sono poche e rare le virtù cristiane, perché la fede manca.
« Chi è incredulo, opera sempre infedelmente », dice Isaia — (Isai. XXI, 2). Ora un gran numero di persone si regolano male, vivono infedeli a Dio, alla sua legge, alla coscienza; ecco altrettanti increduli. Se poi è incredulo chi non ha un anima retta, come dice Abacuc (Habac. II, 4), quanti non somigliano all’incredulo in questo punto!

5. Rimedi contro l’incredulità. — 1° Bisogna spesso rivolgere a Dio questa preghiera del profeta: «Illuminate, o Signore, le mie tenebre, rischiarate i miei occhi, affinché non mi addormenti un giorno nella morte; perché il mio nemico non dica: l'ho soverchiato e vinto» (Psalm. XVII, 28)(Psalm. XII, 4-5).
2° Avere gran timore di perseverare nell’incredulità. « Se oggi udite la voce del Signore, grida il Salmista, non indurite i vostri cuori » (Psalm. XCIV, 8). Pensate alla misericordia di Dio, che vi cerca e vi trae non ostante l’incredulità vostra; udite che vi dice per bocca d’Isaia: « Io sto tutto il giorno con le braccia tese per istringere al mio seno un popolo incredulo che cammina per una strada non buona » ( Isai. LXV, 2). Principalmente su la croce questo gran Dio stese le braccia per stringersi al petto il mondo intero...
3° Bisogna fuggire gli increduli: è questo l’avviso di S. Paolo: « Se qualcheduno fa il riottoso alla nostra parola, non abbiate seco lui alleanza veruna » (II Thess. III, 14).
4° Obbedite per prima cosa alla legge naturale, alla voce della coscienza, poi schivate il peccato e voi crederete senza pena...

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