1. Perchè gli Apostoli sono dodici. — Gesù Cristo scelse dodici Apostoli, e non più che dodici, per rappresentare i dodici Patriarchi, figli di Giacobbe : e come questi furono i padri del popolo giudeo, così quelli sono i padri, secondo lo spirito, del popolo cristiano.
Questo numero di dodici era significato, come osserva S. Tommaso (Caten. Aurea), dai dodici figli di Giacobbe, dai dodici principi dei figli di Giuda, dalle dodici fontane d’Elim, dalle dodici pietre del Razionale, dai dodici pani di proposizione, dai dodici esploratori, dai dodici sassi presi dentro il Giordano per costruirne un altare, dai dodici buoi che sostenevano la grande vasca di rame, dalle dodici stelle di cui si compone la corona della Sposa nell’Apocalisse, dai dodici fondamenti della città celeste, dalle dodici porte della santa Sionne.2. Perchè Gesù Cristo abbia scelto dei poveri. — S. Agostino, commentando quelle parole di S. Luca: «Gesù scelse dodici fra loro (i quali chiamò Apostoli) » (Luc. VI, 13) esclama: « O grande misericordia dell'architetto divino! egli sapeva che se eleggeva un senatore, questi avrebbe detto: Alla mia dignità debbo la scelta; se un ricco, ne avrebbe dato la causa alle sue ricchezze; se un re alla sua potenza; se un oratore, alla sua eloquenza, se un filosofo, alla sua sapienza. Ed Egli pertanto dice: Vengano primi a me questi pescatori; sì, venite voi, poveri, voi che nulla avete, voi che nulla sapete, seguitemi e cessate dalla pesca dei pesci. — I pescatori lasciano le loro reti, ricevono la grazia, e divengono araldi della buona novella. Ben presto l’universo ode la voce del pescatori, legge le loro epistole, obbedisce, ed i superbi oratori, i saggi, i ricchi, i re chinano il capo e si sottomettono » (De Civ. Dei).
« Dio, scrive S. Paolo a’ Corinzi, ha scelto i meno saggi, secondo il mondo, per confondere i saggi; ha scelto i deboli, secondo il mondo, per confondere i forti; ha scelto i più vili e i più abbietti, secondo il mondo, e quelli che erano niente, per vincere quello che v’ha di più grande e di più solido; e questo affinchè nessuno si insuperbisca innanzi a Lui » (1 Cor. I, 27-29).
Tre cose il mondo ammira: la sapienza, la potenza, la nobiltà; ora Dio non solo non ne tiene nessun conto nella vocazione degli uomini alla fede, alla giustizia, alla salute, ma vuole scegliere tre cose affatto contrarie al gusto del mondo, e quindi tra la plebaglia della scienza, della potenza, della società egli trae i suoi operai per dimostrare che l’opera era divina. Più tardi teneri ragazzi e timide verginelle trionferanno dei re, dei tiranni, dei supplizi.
3. Vita degli Apostoli. — « Gli Apostoli vivevano su la terra, scrive S. Gregorio, ma intanto tutte le azioni loro non sapevano punto di terra »; o, come si esprime S. Paolo, «vestiti di carne, non servivano alle voglie della carne » (lI Cor. X, 3). Essi vivono poveri, senza nulla desiderare, nè cercare, nè possedere su la terra : sono morti a tutto per non vivere che di Dio e per Iddio. Sono splendide luci per il buon esempio, e spandono per ogni dove il buon odore di Gesù Cristo, diventando i suoi imitatori. Non per sè vivevano, nè per sè morivano, ma per Gesù Cristo, il quale avea dato la sua vita per essi. Vivevano e morivano per la salute delle anime. La loro dottrina e morte c’istruiscono come dobbiamo credere, vivere e morire.
La loro vita è un tessuto di tutte le virtù più sublimi, a norma delle quali modellano le loro azioni d’ogni giorno e d’ogni istante: vivono e muoiono martiri della carità più ardente...
4. Zelo degli Apostoli e meraviglie da essi operate. — Gli Apostoli sono i grandi fondatori della Chiesa, i primi e principali banditori del Vangelo, la potente voce del Verbo, lo strumento armonioso dello Spirito Santo, il calice colmo della grazia divina, i più valenti soldati di Gesù Cristo, le guide sicure del popolo cristiano, il luogo di delizie, soggiorno eletto di Dio, il canale pel quale ci provenne la fede, un miele dolcissimo, una rocca di pazienza, i figli della consolazione, i maestri della pietà, le colonne e le basi della cristianità; torre incrollabile, base immobile, bastione indistruttibile, porto per i naufraghi; sono i più abili e nobili architetti, il soccorso de’ poveri, i consolatori delle vedove, i tutori e i padri degli orfani; il tesoro dei misteri di Gesù Cristo, i medici del mondo infermo agonizzante, i vigili guardiani della greggia fedele, i condottieri delle nazioni, il serbatoio delle virtù celesti, i vasi eletti, i templi dello Spirito Santo, la cui vita gareggiò in purità e bellezza con quella degli Angeli. Animati dallo spirito di Gesù Cristo, a Lui conquistarono il mondo.
Isaia che aveva veduto gli Apostoli alla luce delle rivelazioni profetiche, esclamava estatico di gioia: « Oh! quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che predicano la salute! » (Isai. LII, 7). I piedi degli Apostoli sono lodati, 1° per la velocità con cui percorsero il mondo...; 2° per il coraggio che li ha diretti...; 3° per il loro candore immacolato...; 4° per la raggiante e celestiale bellezza; e in memoria delle parole d’Isaia, dice Origene, Gesù Cristo lavò i piedi a’ suoi Apostoli (Homil. II).
Come la primavera fa rinascere e germogliare e fiorire la natura, così la venuta di Gesù Cristo e degli Apostoli risuscita il mondo, gli fa produrre in abbondanza i fiori e i frutti delle più sublimi virtù... « Gli Apostoli, predicava il Crisostomo, furono gli annunziatori di Gesù Cristo, i difensori delle verità, gli atleti di Dio, gli organi dello Spirito Santo, i capi preposti alla difesa della Religione, i principi della Chiesa, i pontefici della santità ».
« Voi mi servirete di testimoni, disse Gesù agli Apostoli, fino agli ultimi confini della terra (Act. I, 8). Mi servirete da testimoni con i vostri miracoli, con la santità della vita, con la predicazione, con l'efficacia della vostra sapienza, non umana, ma divina.
Nulla mai s’è veduto di somigliante agli Apostoli, continua a dire il citato S. Giovanni Crisostomo; ministri della parola di Dio, le loro mani toccarono il Verbo divino; Lo seguirono nelle sue gite, mangiarono con Lui e intesero le migliaia di volte la voce di Colui che tutto ha creato con una sola parola. Guadagnarono il mondo intero con le loro predicazioni, come si coglie il pesce alla rete. Percorsero l’universo, ne estirparono gli errori, ne sbarbicarono la zizzania; rovesciarono le are, atterrarono i templi delle divinità pagane; annichilarono gli idoli, bestie voraci; scacciarono i Demoni, lupi furiosi; accolsero intorno a sè una numerosa Chiesa, come il pastore raduna una greggia d’agnelli; riunirono i fedeli, come altrettanti granelli del frumento di Dio; soffiarono via le eresie, come paglia destinata al fuoco; fecero del giudaismo un mucchio d’erba falciata e disseccata; ridussero in cenere le scuole dei filosofi; lavorarono e coltivarono la natura umana col vomere della croce e vi gettarono la parola di Dio come un seme celeste. Gli Apostoli erano vignaiuoli, pescatori, atleti, colonne, medici, guide, dottori, porti, piloti, pastori, guerrieri, trionfatori. Sono la base dell’edifizio, l’appoggio della Chiesa. Gesù Cristo disse loro: «Voi siete pietre, su le quali costruirò la mia Chiesa». Sono porti sicuri, perchè mettono in salvo dai furori dell’Inferno, dell’empietà, del delitto. Sono piloti che guidarono il mondo intero per la via della giustizia. Sono pastori, che fugarono i lupi e difesero le pecorelle. Sono lavoratori che sbarbicarono le spine del podere del Signore. Sono vignaiuoli che piantarono la vigna della pietà e della virtù, donde si trae il vino che forma i vergini. Sono medici che guarirono il genere umano; guerrieri che abbatterono i vessilli dell’Inferno; vincitori che trionfarono sul Demonio, sul mondo, sui vizi, su le passioni (In Homil. oct.).
Degli Apostoli profetava il Salmista quando diceva che « il suono della loro voce s’era sparso su tutta la superficie del globo, e che la loro parola era rimbombata su tutti i lidi della terra » (Psalm. XVIII, 4). Giustamente poi sono paragonati ai cieli che proclamano la gloria di Dio — (Ib. 1); perchè si elevano sopra la terra per la contemplazione; possiedono l’immensità della carità, la luce della sapienza, la sicurezza della pace, il rapido movimento dell’intelligenza e dell’obbedienza; spandono la pioggia feconda dell’insegnamento; tuonano coi rimproveri, lampeggiano coi miracoli, sfolgorano il vizio e atterriscono l’Inferno; infiniti beni procurano alla terra, senza chiederle nulla, spinti da pura « Con la loro vita, con la loro predicazione, coi loro patimenti, gli Apostoli ci avviarono, dice S. Bernardo, alla pratica della prudenza, della continenza, della pazienza ».
Del profeta Elia si legge nella Scrittura, che si elevò come fuoco, e che la parola sua ardeva come fiaccola (Eccli. XLVIII, 1). Elia fu il tipo degli Apostoli, di queste frecce infocate che, lanciate dall’arco fortemente teso di Gesù crocefìsso, colpiscono e trapassano il cuore degli uomini, lasciandovi acceso il fuoco dell’amor di Dio, secondo la parola del Salmista: « Egli fe’ piovere ne’ suoi nemici saette di fuoco » (Psalm. VIII, 13). L’arco, al dire di S. Agostino, è la forza del Nuovo Testamento che ha vinto la durezza dell’Antico. Gli Apostoli sono chiamati saette, perchè trasmettono gli oracoli divini i quali feriscono i cuori e v’inoculano l’amore divino. Da questa freccia era colpita la Sposa dei Cantici, quando esclamava: « Sono ferita dalla carità» (Cant. II, 5). Acuti ed ardenti sono i dardi del Signore, dice il Salmista (Psalm. CXIX, 4); coloro infatti che sono feriti da questi dardi e infiammati di amore divino, aspirano al regno dei Cieli, non curano le ciance e gli sforzi di chi tenta di arrestarli, e ripetono con l’Apostolo : « Chi mi strapperà all’amore di Gesù Cristo?» (August. sulle parole del Salmo: Sagittas suas, etc.).
« Chi sono costoro, dice Isaia, che volano come nubi e come colombe frettolose di ritornare al nido? » (Isai. LX, 8). Ora S. Gregorio, S. Gerolamo ed altri Padri in queste nubi e in queste colombe vedono figurati gli Apostoli. Difatti : 1° le nuvole si alzano dalla terra verso il Cielo e gli Apostoli furono innalzati fino a Dio, e decantano la gloria di Lui meglio ancora con la vita che con le parole; 2° le nubi sono il serbatoio della rugiada, e dal loro seno cade la pioggia a fecondare la terra e gli Apostoli sono il canale della grazia di Dio; spandono la pioggia della sua parola nelle anime le quali così fecondate danno frutti di buone azioni; 3° le nubi sono l’opera del sole il quale le ammassa e le condensa per innaffiare la terra e gli Apostoli sono l’opera di Dio il quale comunica loro il calore e la fecondità spirituale, acciocché la dispensino nei cuori; 4° tra le nuvole romba spesso il tuono e guizza la folgore e gli Apostoli fanno udire, in mezzo alle dolci e placide esortazioni, il rumore delle minacce, della collera e della vendetta divina. Questo paragone è di S. Agostino (In Psalm.). E a lui si unisce S. Gregorio che dice: «Gli Apostoli sono chiamati nuvole, perchè lasciano cadere la pioggia delle loro predicazioni, e fanno balenare i lampi dei loro prodigi. Essi volano come nubi; stanno più in Cielo che su la terra che sfiorano appena con la pianta dei piedi; il loro spirito, l’anima ed il cuore loro sono nei Cieli » (Moral.).
« Io manderò, aveva predetto il Signore per bocca di Geremia, dei pescatori, i quali li coglieranno nelle loro reti» (Hier. XVI, 16); ed ecco Gesù Cristo dire a’ suoi Apostoli : « Venite dietro me, ed io vi farò pescatori d’uomini » (Matth. IV, 19). E questi divini pescatori hanno preso nelle loro reti gli uomini, li hanno tolti dall’oceano dei delitti e della morte, resero loro la vita e li riposero nel regno dell’eterna felicità.
5. Luce che spandono gli Apostoli. — « Gesù Cristo, scrive il Crisostomo, fece risplendere dappertutto gli Apostoli come il sole fa risplendere dappertutto i suoi raggi; poiché i fatti loro brillarono al pari di astri. Non invano Gesù loro diceva: Voi siete la luce del mondo (Matth. V, 14). Guardate, contemplate gli astri che io faccio sorgere di mezzo a voi e stupite del loro splendore. Il Cielo, continua il santo Dottore, è disceso su la terra; infatti, dove trovare stelle simili agli Apostoli? Le stelle sono al disopra del firmamento, gli Apostoli s’innalzano al di sopra del Cielo. Le stelle risplendono di un fuoco materiale ed insensibile, gli Apostoli spandono una luce spirituale e che dà l’intelligenza. Le stelle splendono la notte e il giorno scompaiono; gli Apostoli brillano per le loro virtù nella notte del tempo e nel chiaro giorno dell’eternità. Le stelle si nascondono allo sguardo quando sorge il sole; ma gli Apostoli, anche quando risplende Gesù Cristo, il vero Sole di giustizia, partecipano al suo splendore. Nel dì della risurrezione le stelle cadranno come foglie d’autunno, ma gli Apostoli saranno portati al di sopra delle nubi ».
« Il popolo che si agitava tra le tenebre, vide una splendida luce, dice Isaia, e il giorno nacque su coloro che giacevano sepolti nelle ombre e nelle tenebre della notte » (Isai. IX, 2). Questa luce di cui parla il Profeta è Gesù Cristo e poi gli Apostoli.
A somiglianza del loro divin Maestro, gli Apostoli erano la vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Gesù Cristo è la via, la verità, la vita; gli Apostoli indicano e insegnano al mondo questa via, questa verità, questa vita.
6. Misericordia e bontà degli Apostoli. — A proposito di quelle parole dell'Ecclesiastica: « Questi sono uomini di misericordia e le loro opere di pietà non mancarono mai a persona » — (Eccli. XLIV, 10), S. Bernardo così scriveva : « Ben giustamente, miei fratelli, la santa Chiesa, nostra madre, applica agli Apostoli le precedenti parole. Sì, essi sono in verità e sotto ogni riguardo uomini di misericordia, sia perché ricevettero essi misericordia, sia perchè, pieni, di compassione, la spandono su gli altri, sia perchè Dio ce li ha inviati come testimonianza del suo perdono: sono uomini ricchi di bontà, dati alla Chiesa intera, i quali non cessarono mai dal consolare e confortare e istruire e illuminare e guarire, ecc. » (Serm. in fest. Ss. Petri et Pauli).
Non caddero loro mai dalla mente le sentenze del divin Maestro: Non rompete la canna fessa: non ispegnete il lucignolo che ancor fuma: siate sempre pronti al bacio del perdono: io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori... Essi si fanno tutto a tutti, per tutti guadagnare a Cristo... Hanno compatimento per ogni genere di miseria e di debolezza: mescolano le loro lacrime a quelle dei piangenti... Solo la carità e la misericordia li portano ad immolarsi ogni giorno per la salvezza di tutti gli uomini...
7. Potere degli. Apostoli. — « Tu sei Pietro, disse Gesù al capo degli Apostoli, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno giammai contro di essa » (Matth. XVI, 18). « Io ti darò le chiavi del regno de’ Cieli, e tutto ciò che tu legherai su la terra, sarà legato in Cielo; tutto ciò che scioglierai su la terra, sarà sciolto anche in Cielo » (Ib. 19). A tutti poi comunica il potere di camminare sui serpenti e su gli scorpioni, di calpestare la forza del nemico, senza che cosa veruna possa loro nuocere (Luc. X, 19); e a tutti promette che saranno rivestiti di forza dall’alto (Ib. XXIV, 49).
« Il Signore diede potestà agli Apostoli su la natura, predicava S. Agostino, affinchè la guarissero; sui Demoni affinchè li abbattessero; su gli elementi, affinchè li cangiassero; su la morte, affinchè la disprezzassero; li rese finalmente più potenti degli Angeli, affinchè consecrassero il corpo del Signore ».
Essi compaiono onnipotenti in parole e in opere. Bendono, come già il loro divino Maestro, la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la parola ai muti ; raddrizzano gli storpi, guariscono, con la sola ombra del corpo, ogni sorta di malattie, comandano alle tempeste, risuscitano i morti; fanno tremare i re, impallidire i tiranni. Mettono in fuga l’Inferno, stritolano gl’idoli, atterrano i templi pagani, cangiano i lupi in agnelli, convertono le nazioni, parlano tutte le lingue. Non temono nè minacce, nè catene, nè carceri, nè supplizi, nè morte. Questi dodici uomini, senz’armi, senz’oro, senza soldati, senza alleanze, sono più forti di tutto il mondo...
« Gli Apostoli, dice S. Bernardo, danno fiato alla tromba della salute; i loro miracoli sfolgoreggiano, il mondo crede: quello ch’essi dicono, è su l’istante creduto per vero, perchè per confermarlo operano prodigi che colpiscono di stupore le menti ».
« È facile, diceva Giuda Maccabeo, trionfare d’una moltitudine, e in faccia al Dio del Cielo non vi è differenza tra un grande e piccolo esercito: perchè la vittoria non dipende dalla moltitudine degli armati, ma dalla forza che viene dall’alto » (I Macch. IlI, 18-19). Perciò Gedeone vinse, con trecento uomini disarmati, cento venti mila Madianiti; Abramo vinse, con trecento de’ suoi, quattro re; Giuditta abbattè Oloferne; Davide atterrò Golia.
8. Durata de’ benefizi fatti dagli Apostoli. — Ci assicura S. Bernardo che gli Apostoli pieni di bontà, di gloria e di potenza, non hanno cessato e non cesseranno mai di pregare per tutta la Chiesa e di proteggerla. I loro esempi sopravvivono ai secoli e la Religione, da loro in nome di Dio stabilita, non può venir meno, perchè è fondata su la pietra (Serm. XXVII, in Cantic.).
Di essi può dirsi con l'Ecclesiastico: « Tutti i loro beni si perpetuano nei pòsteri; eredità santa sono i loro nipoti; per rispetto di loro non si spegnerà in eterno la discendenza dei loro figli » (Eccli. XLIV, 11-13).
Nessun commento:
Posta un commento