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venerdì 2 gennaio 2015

DESIDERI (BUONI)

1. Che cosa bisogna desiderare. — 2. Eccellenza e vantaggi dei buoni desideri. — 3. Dio nutre buoni desideri a nostro riguardo. — 4. Ardenti desideri dei santi verso Dio. — 5. Motivi che devono eccitarci ai buoni desideri. — 6. Che cosa bisogna fare per avere buoni desideri.

1. Che cosa bisogna desiderare. — Che bisogna desiderare? Gesù Cristo. « Se alcuno ha sete, egli dice, venga a me e beva » (Ioann. VII, 37). « La mia anima, diceva il re profeta, è assetata di Dio forte, vivo; quando sarà che io mi presenterò al suo cospetto? » (Psalm. XLI, 2).
Gesù Cristo è chiamato dalla Scrittura « il desiderio dei colli eterni » (Gen. XLIX, 26), cioè il desiderio degli angeli, dei patriarchi, dei profeti, ecc. Il profeta Aggeo lo chiama: «il Desiderato di tutte le nazioni » (II, 8).
Gesù Cristo è chiamato il Desiderato delle nazioni 1° perchè è supremamente desiderabile. Benché le nazioni infedeli non lo desiderassero, anzi non lo conoscessero nemmeno, esse avevano tuttavia bisogno della sua venuta per essere liberate dalle innumerevoli loro miserie; perciò non lo desideravano con un desiderio soprannaturale, ma naturale, a quel modo che la terra inaridita aspetta la pioggia; avere bisogno, è in sostanza un desiderare quello che può soddisfare al bisogno che si prova. Ma non appena le nazioni, intesero gli apostoli parlare di lui, della sua vita e santità e dottrina, della sua morale, de’ suoi miracoli, non appena furono tocchi e commossi dalle loro prediche, tosto cominciarono a desiderare soprannaturalmente Gesù Cristo; e più lo conobbero, più lo desiderarono ed amarono, tanto che davano allegramente per lui non solamente le ricchezze, ma la vita e il sangue e l’innumerevole catena dei martiri è là per farne fede. Perciò Giacobbe lo dice « l’aspettazione delle genti » (Gen. XLIX, 10).
2° Si dà a Gesù Cristo il nome di Desiderato dalle nazioni perchè ne ha pienamente soddisfatto i desideri. La Chiesa ne’ suoi cantici di gioia esprime il suo desiderio di Gesù Cristo. « O Gesù, essa esclama, nostra redenzione, nostro amore e nostro desiderio! ».
Le nazioni che prima della venuta di Gesù Cristo seguivano la legge naturale e credevano in Dio, i proseliti e quelli che si convertirono al giudaismo, desideravano ed aspettavano, al pari dei giudei, il Cristo, che riguardavano come il Salvatore del mondo, come un raggio celeste, lo splendore della luce eterna, il sole di giustizia che doveva illuminare l’universo sepolto nelle tenebre dell’ignoranza e dell’infedeltà, strappare gli uomini alla morte, guarirli, giustificarli e renderli beati. Tali furono Adamo, Enoch, Noè, Sem, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Giobbe, ecc...
Gesù Cristo nel cielo forma il desiderio di tutti gli eletti, di tutti gli angeli; tutti bramano di godere della sua divinità e della sua umanità; egli appaga e riempie abbondantemente i loro voti.
Gesù Cristo è l’unico desiderio delle anime giuste; esse nient’altro si augurano di meglio che di piacere a lui, di amarlo sempre più, di servirlo e possederlo e dicono tutti all’unisono, con S. Bernardo: « Mille volte al giorno vi desidero, o mio Gesù; quando verrete? quando mi porterete la gioia, cibandomi di voi medesimo? O Gesù, re ammirabile, trionfatore nobilissimo, dolcezza ineffabile! Quando visitate il nostro cuore, allora scorge il vero, calpesta la vanità del mondo e arde di amore divino. O Gesù, benignità suprema, mirabile gioia dell’anima, bontà incomprensibile, il vostro amore mi strugga! Gesù mio dolcissimo, speranza dell’anima che sospira, voi cercano le pie lagrime, voi invocano gl’intimi sospiri del cuore. Già vedo quello che ho cercato, già stringo al seno quello che ho bramato; per voi, o Gesù, io languisco di amore e ne sono tutto acceso. O fortunato incendio! o ardente desiderio! o dolce refrigerio che è l’amare il Figlio di Dio! ».
Avete voi fame? desiderate Gesù; egli è il pane degli angeli, la manna che contiene ogni sapore. Avete voi sete? desiderate Gesù; egli è la sorgente d’acqua viva: chi ne beve non patisce più sete; è il vino che inebbria l’anima, che fa germogliare i vergini. Siete voi malato? desiderate Gesù; egli è il medico, la medicina, il salvatore, la sanità per essenza. Siete voi agli estremi della vita? desiderate Gesù; egli è la risurrezione e la vita. Amate la beltà e le ricchezze? egli è la bellezza in persona e l’oceano di tutti i tesori. Anelate ai veri piaceri e ai veri onori? egli vi farà re, e vi colmerà di delizie. Bramate un amico sincero? Gesù è il migliore degli amici, anzi l’unico amico. Desiderate la sapienza? egli è la sapienza increata del Padre. Volete la santità e la vita eterna? fuori di lui non v’ha nè l’una nè l’altra. Siete peccatori? invocate Gesù; egli è morto per redimerci. Desiderate vincere i vostri nemici? egli ha vinto il demonio, il mondo, la carne, la morte, l’inferno, la collera del Padre suo. Vi augurate di perseverare nel bene? prendete a guida Gesù : egli è la via, la verità, la vita; chi va dietro lui non cammina nelle tenebre. Desiderate Gesù, sospirate dietro Gesù. In lui troverete tutti i beni, fuori di lui sono tutti i mali. Dite con S. Francesco d’Assisi : « Mio Gesù, mio amore e mio tutto». Cantate con la Chiesa: « Gesù è la gloria degli angeli, soave armonia all’orecchio, miele squisito al gusto, nèttare celeste al cuore ». O Gesù infiammate il mio cuore del desiderio ardente di amarvi!...
S. Tommaso, trattando dell’ineguaglianza che esiste tra i beati, dice che godranno più abbondantemente della presenza divina quelli che l’avranno più ardentemente desiderata in questo mondo : essendo la dolcezza del godimento in ragione dei desideri. Come la freccia scoccata da un arco fortemente teso fende rapidamente l’aria e s’infigge profondamente nel bersaglio, così l’anima fedele che si sarà slanciata con grande veemenza di desideri verso Dio, bersaglio delle sue speranze, penetrerà profondamente nell’abisso dell’essenza divina.
Se vogliamo comprendere in breve quello che deve formare l’oggetto dei nostri desideri, noi diremo: 1° Bisogna desiderare Gesù Cristo... 2° la nostra conversione, il perdono dei nostri peccati, la grazia di non più ricadervi... 3° la virtù, la grazia, la cooperazione alla grazia... 4° l’adempimento della volontà di Dio... 5° il regno di Gesù Cristo in tutti i cuori... 6° il cielo... Ecco quello che importa di desiderare su la terra...; ecco i soli desideri che siano necessari, i soli atti a renderci felici in questa e nell’altra vita, i soli capaci di riempire il nostro cuore, i soli degni dell’uomo fatto ad imagine di Dio e destinato a goderlo eternamente... Tutti i desideri opposti a questi, sono desideri di morte e di maledizione. Perciò sono desideri di morte la voglia dei beni terreni, la sete dei piaceri, la brama degli onori mondani. Desiderio di morte è quello che ha per scopo la creatura, il corpo, il tempo... I desideri, le voglie che occupano e governano il nostro cuore, ci mettono in grado di giudicare, fin dalla presente vita, se andremo dannati o salvi.

2. Eccellenza e vantaggi dei buoni desideri. — L’ultima perversità del cuore, scrive l’Alvarez, ha origine dal desiderio del male; lo spirito commosso e vinto da tale desiderio si abbandona al peccato : da una colpa cade in un’altra, finché arriva alla consuetudine; dalla consuetudine cade nell’indurimento del cuore e nell’ultima miseria. Similmente la somma perfezione del cuore ha principio nel desiderio del bene; questo desiderio, accrescendo le forze dell’anima, eccitandola e premendola, le fa produrre opere buone; la ripetizione delle opere le fa acquistare l’abitudine delle virtù; da quest’abitudine è portata ad amare Dio per se medesimo, e di questo passo ella arriva alla perfezione. Questo desiderio è la porta per cui essa entra nel santuario della santità; è il vento che tiene lontana dallo scoglio delle cose terrene la nave del cuore, la spinge ad afferrare prontamente e fortunatamente il porto della salute (Isa.).
Io venni, disse l’angelo a Daniele, a significarti la verità, perchè tu sei uomo di desideri (Dan. IX, 23). « Non temere, o uomo dei desideri, continua l’angelo; la pace è con te; abbi fiducia e armati di coraggio » (Dan. X, 19).
« Chi sarà pieno di buoni desideri, troverà il vero riposo, dice il Savio (Sap. VI, 15). Io ho desiderato e mi è stato dato il sentimento, ed insieme venne lo spirito di sapienza » (Ib. VII, 7). « Essi ebbero sete, alzarono a te, o Signore, le loro grida e l’acqua viva zampillò a dissetarli dall’alto di una roccia » (Ib. XI, 4). « Il Signore, dice Davide, ha saziato l’anima vuota dei desideri del mondo; ha ricolmato di beni l’anima avida di grazie » (Psalm. CVI, 9).
Desideroso di vedere Gesù per conoscerlo, Zaccheo corse innanzi e salì sopra un sicomoro che dava in su la strada per cui doveva passare il Salvatore. Ora quando Gesù arrivò a quel punto, alzò gli occhi e vedutolo, gli disse : Orsù, Zaccheo, scendi subito, perchè io oggi vengo a te; e Zaccheo pronto discese e l’accolse esultante nella sua casa... Stando in piedi Zaccheo disse: Signore, ecco che io sono pronto a distribuire ai poveri la metà de’ miei beni; e se ad alcuno ho fatto torto in qualche cosa, lo rifarò del quadruplo. E Gesù rispose: Oggi la salute è venuta in questa casa (Luc. XIX, 2, 6, 8, 9). Il buon desiderio di Zaccheo gli procura 1° la fortuna di vedere Gesù Cristo; 2° quella di fare grandi limosine; 3° quella di albergare Gesù sotto il proprio tetto; 4° quella finalmente d’intendere dalla bocca medesima di Gesù Cristo quelle parole che dovettero colmarlo di gioia : « Oggi questa famiglia ha ricevuto la salute ».
« Adempia il mio Dio, scriveva S. Paolo, ogni vostro desiderio secondo le ricchezze sue e vi dia la sua gloria per Cristo Gesù » (Philipp. IV, 19). Ed il Signore medesimo dice per bocca d’Isaia: « Io irrigherò la terra sitibonda » (XLIV, 3). « O voi tutti che avete sete, venite alle acque; affrettatevi a comperare senza cambio e senz’argento il vino e il latte » (Ib. LV, 1). Poi ripete nell'Apocalisse : « Chi ha sete venga; e chi ne vuole, riceva gratuitamente l’acqua della vita » (Apoc. XXII, 17).
Desiderando la vita eterna, si acquista; purché si conservi e si coltivi questo desiderio. Se voi dite risolutamente: Mio Dio, io vi desidero, io vi voglio, — non temete, Dio è con voi; poiché la bontà di Dio non gli permette mai di rifiutarsi a un cuore che lo desidera, e nessuna forza può rapirlo a colui che lo possiede. Dio non è un amico mutabile che il tempo disgusta. Come? Strapperà egli, questo Dio così buono, con la sua mano benefica, i suoi figli dal paterno suo seno dove essi desiderano vivere? Non v’ha cosa più lontana dal suo pensiero, e fra tutte le verità la più certa e provata ed immutabile è che Dio non manca mai a chi lo desidera e che perde Dio solamente colui che, di proprio volere se ne allontana il primo. Non ebbe ragione San Paolo di animarci a bramare le cose celesti, giacché ardentemente desiderandole ne veniamo al possesso? (Coloss. IlI, 2).
« Il desiderio dei giusti tende a tutto il bene » — dicono i Proverbi» (XI, 23). Il vero mezzo per crescere in virtù, sta nel desiderarla; poiché col desiderio noi concepiamo interiormente le virtù, le rafforziamo e moltiplichiamo e le produciamo esteriormente senza che ci arresti nè il rispetto umano, nè il timore, nè le minacce, nè i patimenti, nè le persecuzioni, nè la morte medesima. Osservate quali immensi tesori si contengono in un buon desiderio! il povero che brama ardentemente di fare limosina se potesse, ha il merito come se in realtà l’avesse fatta; egli merita egualmente, ed alle volte anche più del ricco il quale suole soccorrere i poveri; l’infermo, il cagionevole di salute che desidera di digiunare e mortificarsi, ha il merito del digiuno e della mortificazione; il religioso, obbligato per obbedienza ad un’opera vile, oscura, di poco pregio in apparenza, che arde della voglia di fare quel meglio che gli altri fanno, come predicare, insegnare, udire le confessioni, visitare gl’infermi, andare tra gl’infedeli e sparger il Vangelo a prezzo del sangue e della vita, ecc., e che offre a Dio tutti questi pii desideri, ha altrettanto merito quanto ne avrebbe se facesse queste azioni sante ed eccellenti. Dio gradisce questi desideri come se fossero fatti; ce ne assicura S. Paolo nella seconda sua Epistola ai Corinti: Se alcuno nutre ferma e pronta volontà di dare, Dio la riceve, secondo quello che ha, non secondo quello che non ha (VIII, 12). Non è chiaro da queste parole che Dio guarda la buona volontà racchiusa nel desiderio più ancora che il dono stesso? e la ragione è questa, che il merito e la perfezione di una virtù stanno nel fermo volere, nel buon desiderio più che nel numero e nella grandezza delle azioni. Perciò dice S. Agostino: « Dio incorona e premia la buona volontà, quando vede mancare il potere ». E S. Bernardo dice anch’esso: «Dio paga senza dubbio la buona volontà di chi non ha potuto fare »; e S. Tommaso ne dà una ragione evidente: «Il valore formale o intrinseco dell’azione esteriore dipende tutto quanto dalla bontà dell’atto interiore, perchè proviene dalla volontà ».
Siamo dunque pieni di buon volere, di santi desideri e noi ci arricchiremo per il cielo...
Udite di nuovo S. Bernardo: «Voi meritate quanto volete; perchè il merito cresce in proporzione che cresce il buon volere ». « Non col camminare dei piedi, soggiunge questo dottore, si va in traccia di Dio, ma col volo dei desideri... Forsechè ottenuto il gaudio, il desiderio è compiuto? No; anzi è olio che alimenta la fiamma la quale è appunto il desiderio. Si otterrà la gioia, ma non si estinguerà il desiderio; quindi neppure la voglia di cercare nuove gioie. Di qui una sazietà senza nausea; una curiosità insaziabile, ma senza inquietudine; un’eterna, inesplicabile brama che non deriva da indigenza; una sobria ebbrezza prodotta non dal bere, ma dalla scoperta della verità; infiammata non dal vino, ma dall’amor di Dio ».
Quante ricchezze, quali tesori non sono racchiusi nei santi desideri! e come diviene facile per mezzo loro acquistare meriti, la salute e la corona eterna!...

3. Dio nutre buoni desideri a nostro riguardo. — Non è forse pel desiderio di renderci felici, che Dio ci ha creati a sua imagine? Non è forse un desiderio ineffabile di salvarci che l'ha spinto ad incarnarsi, a nascere in una stalla, a patire e morire per noi sopra una croce? « Io ho sete » — Sitio, — gridò dall’alto del patibolo. Egli aveva sete di riscattare le nostre anime e di salvarci. Non è il desiderio di farci del bene che gli trae di bocca quelle parole: « Ecco ch’io sto all’uscio del vostro cuore, picchiando; chi mi apre la porta, io entro e mi cibo con lui, ed egli con me»? (Apoc. IlI, 20). Chi non vede l’espressione di un’ardentissima brama in quel detto: «La mia delizia è nel trovarmi in mezzo ai figliuoli degli uomini »? (Prov. VIII, 31). Non è prova evidente e perentoria del desiderio infinito che ha Dio di colmarci di favori, l’istituzione del sacramento dell’altare, per cui egli si comunica a noi tutto quanto? « Io ho desiderato di ardentissima voglia, disse agli apostoli la vigilia della sua passione, di mangiare questa pasqua con voi prima di morire » (LuC. XXII, 15).
Ah, è proprio vero quello che dice la Sapienza, che il Dio d’amore previene coloro che lo desiderano, e si mostra a loro il primo (Sap. VI, lI). L'uomo, leggiamo ancora nella Sapienza, che si sceglierà di buon mattino a cercare colui che è la sapienza del Padre, non durerà fatica a trovarlo; ma lo incontrerà all’uscire dalla soglia (Ib. VI, 15).
« Quale pensiero di clemenza vi ha così soggiogato, o mio Gesù, esclama la Chiesa nell’inno dell’Ascensione, da determinarvi a portare i nostri delitti e soffrire una morte crudele per scampare noi alla morte eterna? ». S. Gregorio Nazianzeno invita tutti gli uomini a desiderare Dio, mettendo in mostra l’infinita sua bontà, che di nulla più si compiace che dello spendersi a nostro vantaggio e dopo di aver accuratamente svolta questa considerazione, conchiude dicendo: Dio desidera di essere desiderato; egli ha sete, chi lo crederebbe? ha sete di noi in mezzo alla sua abbondanza (Orat, in Bapt.).
Benché Dio sia infinitamente ricco, noi possiamo tuttavia farcelo obbligato: e in che modo? desiderando che ci faccia del bene, poiché egli dà con più desiderio di obbligare, che non noi di essere obbligati. Non rassomiglierete voi questo Dio di bontà ad una sorgente che per la continua fecondità delle limpide e fresche sue acque sembra invitare il viandante a dissetarsi? Sempre ricca, sempre abbondante, la natura divina non può nè crescere nè diminuire; la sola cosa che le manca, se così è lecito esprimerci, si è chi vada ad attingere al suo seno le acque della vita eterna. Per questo S. Gregorio dice che Dio ha sete che noi abbiamo sete di lui e aggiunge che considera come un benefizio se noi gli offriamo, per mezzo dei nostri desideri, il modo di farci del bene. È fare ingiuria a questa bontà infinita il non desiderare ardentemente che ci arricchisca.

4. Ardenti desideri dei santi verso Dio. — « Come il cervo desidera le fonti di acqua viva, così l’anima mia sospira a te, o mio Dio » (Psalm. XLI, 1). « Ah sì, l’anima mia è assetata di Dio » (Ib. 2), esclama il profeta, « O figlie di Gerusalemme, dice la Sposa dei Cantici, non avete voi veduto colui che il mio cuore desidera?» (IlI, 3). « Ah! se lo incontrate, vi scongiuro di dirgli che languisco d’amore » (V, 8). « Io dormo, ma il mio cuore è svegliato. Perchè non mi è dato di trovarlo subito il mio diletto, che me lo stringerei al petto e lo coprirei di baci! » (V, 2; VIII, 1).
Portata su l’ali del desiderio di vedere Gesù, la Maddalena va di buon mattino al sepolcro e non trovandovi l’oggetto del suo amore, perchè il Cristo era già risorto, si fonde in lagrime e non sa trovare riposo. Il Salvatore le appare senza darsi a conoscere e le dice: Donna, perchè piangi? di chi vai in cerca? Ella credendo di parlare con un giardiniere, gli dice: Ah! Signor mio! se tu l’hai tolto, dimmelo e indicami dove l’hai messo! Gesù non disse altra parola se non: Maria! ed essa lo riconobbe all’istante, si prostrò e l’adorò (Ioann. XX, 15-16).
S. Paolo desiderava di morire per essere con Gesù Cristo (Philipp. I, 23).
Tutta la vita di un buon cristiano è un santo desiderio di andare di virtù in virtù, di perfezione in perfezione, di vivere e di morire per Gesù Cristo... Ecco l’unica vera strada; non ve n’è altra che questa.

5. Motivi che devono eccitarci ai buoni desideri. — Tre cose muovono i desideri degli uomini: la bellezza, i benefizi, l’amore, e basta bene spesso una sola di esse ad infiammare i cuori. Ora Dio le possiede tutte tre in sommo grado; come dunque non saremo noi portati a desiderarlo ed amarlo?... Voi desiderate ricchezze, piaceri, onori; dove ne troverete che siano da paragonarsi a quelli che possiede Dio e che vi riserva, quando voi ne abbiate desiderio?... Non bisogna mai cessare dal desiderare e cercare Dio, perché non si deve mai cessare di amarlo, dice S. Agostino.

6. Che cosa bisogna fare per avere buoni desideri. — Il desiderio di conoscere, amare, servire Dio è ardente come il fuoco: non si può trattenere interiormente, ma si slancia fuori con respiri, parole, opere... Quattro qualità ha il cervo, le quali rappresentano ciò che dobbiamo fare riguardo ai buoni desideri: 1° egli è nemico implacabile dei serpenti ai quali fa continua guerra. Vogliamo noi che Dio ci riempia di santi desideri? muoviamo guerra accanita e sempre viva all’antico, velenoso serpente, Satana... 2° Quando il cervo si sente inseguito dai cacciatori, fugge velocissimo sui picchi dei monti. Perseguitati dal demonio, dal mondo, dalla carne corriamo prontamente verso la cima delle montagne eterne, imploriamo cioè il soccorso del cielo; allora le anime nostre saranno colmate di pii desideri... 3° I cervi osservano per istinto il precetto di S. Paolo ai Galliti : «Aiutatevi vicendevolmente a portare gli uni i pesi degli altri (V, 2); infatti quando muovono a torme, posano il capo carico del peso delle corna sul dosso di quelli che precedono. Vogliamo avere santi desideri? siamo pieni di carità e di benevolenza verso il prossimo... 4° Quando il cervo è divorato dalla sete, più nulla lo trattiene dal correre in cerca del fonte. Superiamo anche noi lutti gli ostacoli che si frappongono all’adempimento dei nostri buoni desideri...

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