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venerdì 2 gennaio 2015

PREGHIERA (1)

1. La preghiera, e sua necessità. — 2. Esempio di Gesù Cristo e dei Santi. — 3. Eccellenza della preghiera.

1. La preghiera, e sua necessità. — 2. Esempio di Gesù Cristo e dei Santi. — 3. Eccellenza della preghiera. — 4. Efficacia della preghiera: 1° Gesù Cristo ci assicura che con la preghiera otteniamo tutto ciò che domandiamo; 2» La preghiera ottiene la saviezza e consola; 3° Chi prega sarà liberato dalle tribolazioni e dalle infermità; 4° Con la preghiera si ottiene la sanità dell’anima; 5° La preghiera opera una vera trasfigurazione nell'uomo; 6° La preghiera è onnipotente; 7° La preghiera è il terrore dei demoni; 8° La preghiera illumina; 9° Per la preghiera si ottiene la conversione dei peccatori; 10° La preghiera ci salva; 11° La preghiera contiene beni immensi. — 5. Facilità della preghiera. — 6. Bontà infinita di Dio nella preghiera. — 7. La preghiera è un onore, una gloria, una felicità. — 8. Motivi di pregare. — 9. Qualità della preghiera . 1° Che cosa si deve fare prima della preghiera; 2° Bisogna pregare nel nome di Gesù Cristo; 3° Bisogna pregare con attenzione; 4° Con zelo, diligenza, fervore; 5° Con fede e confidenza; 6° con umiltà e compunzione; 7° Bisogna pregare per quanto è possibile in istato di grazia; con cuore puro e scevro di odio; 8° Bisogna pregare sovente e perseverare nella preghiera fino alla morte. — 10. Come si può pregare sempre? — 11. Ma quando bisogna particolarmente pregare? — 12. Preghiera pubblica. — 13. La preghiera fatta in chiesa ha più efficacia. — 14. Bisogna pregare gli uni per gli altri. — 15. Delle varie preghiere in uso presso i cristiani. — 16. L’elevazione delle mani, nella preghiera, ci propizia Iddio ed è essa stessa una preghiera. — 17. Vi sono di quelli che pregano male. — 18. Errori che si commettono nella preghiera. — 19. Ostacoli alla buona riuscita della preghiera. — 20. Vi sono preghiere che invece di essere esaudite, meritano di essere punite. — 21. Disgrazia di quelli che non pregano. — 22. Mezzi per pregare bene.

1. La preghiera, e sua necessità. — La parola preghiera nel linguaggio della Chiesa si dice aratio, quasi oris ratio, cioè ragione della bocca. La ragione infatti si manifesta per mezzo della parola, specialmente della preghiera, perchè la preghiera fu data da Dio all’uomo per supplire la ragione; quel che la ragione, oscurata dal peccato, non può comprendere, lo comprende la preghiera... Del resto, presa in se stessa, la preghiera è un’elevazione della mente a Dio, per la quale l’anima contempla, loda, ammira, ringrazia Iddio, ovvero gli espone i suoi bisogni, i suoi desideri, i suoi voti, e gli chiede che li soddisfi.
Quanto e nell’uno e nell’altro senso sia necessaria la preghiera si vede facilmente se si getta uno sguardo sul Vangelo, su la dottrina dei Padri, su se medesimo: « Domandate, dice Gesù Cristo, cercate, bussate » (Matth. VII, 7). Ecco tre imperativi, e quando Dio parla in modo imperativo, la sua parola importa uno stretto dovere d’ubbidienza. « Bisogna pregare sempre e non stancarsi mai », dice ancora il Salvatore (Luc. XVIII, 1).
La preghiera è necessaria nello stato infelice di peccato per uscirne...; è necessaria nello stato di grazia per perseverarvi...; è necessaria per ottenere la grazia, senza la quale non siamo capaci di nulla...; è necessaria nelle tentazioni. Vegliate e pregate, ci ripete Gesù, come già agli Apostoli diceva: « Vegliate e pregate affinchè non cadiate nella tentazione; perchè pronto è lo spirito, ma inferma la carne » (Matth. XXVI, 41). Chi non prega è come una città senza difesa, circondata, anzi già corsa da masnade di nemici.
« La preghiera è per l’uomo, come l’acqua per il pesce », dice il Crisostomo (Lib. II, De orand. Dom.in.). La preghiera è per l’anima nostra, quello che il sole è per la natura, per vivificarla e fecondarla, quello che è l’aria per i nostri polmoni, il pane per la vita materiale, l’arma per il soldato, l’anima per il corpo... E come no? dice infatti l’Apostolo:
« Noi non bastiamo da noi medesimi nemmeno a pensare cosa veruna come di propria nostra virtù; ma ogni capacità e sufficienza ci viene da Dio (Il Cor. IlI, 5). Quindi pregate, ma pregate del continuo (I Thess. V, 17).
Ah! ben comprendeva la necessità della preghiera il profeta Davide il quale diceva: « A voi rivolgo, o Signore, la mia prece, esauditemi secondo la moltitudine delle vostre misericordie. Cavatemi dal fango, affinchè non vi resti affogato. Campatemi dagli artigli de’ miei persecutori, strappatemi al seno dell’abisso. La tempesta delle acque non mi sommerga, non m’ingoi il baratro, nè si chiuda sul mio capo la bocca della voragine. Esauditemi, Signore, nella grandezza della vostra clemenza, e non torcete il volto dal vostro servo; io gemo tra angosce, affrettatevi a consolarmi. Venite, liberate l’anima mia, toglietemi al furore de’ miei nemici (Psalm. LXIII, 14-19). Signore, siatemi propizio ed esauditemi, perchè povero ed indigente sono io » (Psalm. LXXXV, 1). « Io ho steso le mie mani verso di voi, come terra arsa da lunga siccità, la mia anima ha sete di voi, o Signore; correte in mio soccorso, perchè il cuore mi vien meno » (Psalm. CXLII, 6-7).
« Chi vuole stare con Dio, deve pregare, dice S. Isidoro; ogni qual volta il peccato minaccia l’anima nostra, ricorriamo alla preghiera ». « Figlio mio, dice l’Ecclesiastico, non lasciarti cadere d’animo nella tua infermità; ma prega il Signore, ed egli ti guarirà » (Eiccli. XXXVII, 9). Quindi il profeta Gioele ordinava ai sacerdoti e ai ministri del Signore che piangessero tra il vestibolo e l’altare, e gridassero: Perdonate, o Signore, perdonate al popolo vostro, e non permettete che l’eredità vostra divenga oggetto di scherno (Ioel. II, 17). Perciò con ragione S. Tommaso insegna che « dopo il battesimo è necessaria all’uomo una continua preghiera » (2a, 3, q. 5, art. 8).
La preghiera è dunque necessaria perchè Dio la comanda; è necessaria per trionfare dei nostri nemici, per uscire dal peccato, per non ricadervi, per lavorare alla nostra salute, per ottenere la grazia, senza la quale non vi è salute; è necessaria per corroborare la nostra fiacchezza, per praticare la virtù, per arrivare al cielo...

2. Esempio di Gesù Cristo e dei Santi. — L’Evangelista S. Marco dice di Gesù Cristo, che si levava in sul fare del giorno e andava a pregare in un luogo deserto, ovvero saliva ad orare sopra un monte (I, 35) (Id, VI, 46). La medesima cosa attesta S. Luca, aggiungendo che nella preghiera spendeva le notti intere, e durante la preghiera avvenne la sua trasfigurazione (VI, 12, IX, 28). Da tutti gli Evangelisti poi sappiamo che non imprendeva mai opera di rilievo, non faceva mai miracolo senza che vi facesse precedere la preghiera. Prega nel giardino degli Ulivi, prega su la croce; la vita sua intera non è che una continua preghiera.
Da lui ammaestrati, gli Apostoli dicevano: « Noi ci consacreremo del tutto all’orazione » (Act. VI, 4); e della moltitudine dei primi cristiani attesta S. Luca, che si erano tutti dati ad una continua preghiera comune (Id. I, 14). E quando Pietro vien gettato, carico di catene, in prigione, l’assemblea dei fedeli non cessa più di porgere preghiere a Dio per la sua liberazione (Id. XII, 5).
« Noi preghiamo sempre per voi, scriveva S. Paolo ai Colossesi; e non ci restiamo mai dal domandare a Dio che vi riempia della cognizione della sua volontà, in tutta sapienza e intelligenza spirituale; affinchè voi vi conduciate in maniera degna di Dio, cercando di piacere a lui in ogni cosa, fruttificando in ogni opera buona, e crescendo nella scienza di Dio ».
I Patriarchi, i Profeti, gli Apostoli i Santi tutti dell’antica e della nuova legge furono uomini di preghiera... Leggete le vite degli uomini di Dio, voi non ne trovate alcuno che non sia stato uomo di continua e fervente preghiera.

3. Eccellenza della preghiera. — Il pregio di un diamante è lo stesso, o che si trovi nelle mani di rozzo villano, o che si trovi nello s’crigno di un gioielliere; cosi pure, dice S. Giordano, la preghiera è cosa tanto eccellente in se stessa, che tanto vale in bocca di un idiota quanto su le labbra di un dotto (Surius, In Vita). E infatti, udite l’elogio che ne tesse S. Efrem : « La preghiera è la custode della temperanza, il freno dell'iracondia, la repressione di un’anima orgogliosa, il farmaco contro l’odio, la giusta costituzione delle leggi e del diritto, la potenza dei regni, il trofeo e lo stendardo di una giusta guerra, la protettrice della pace, il sigillo della verginità, la custodia della fedeltà coniugale, il bastone dei viandanti, la guardiana di quelli che dormono, la fertilità per i coltivatori, lo scampo dei naviganti, l’avvocata dei re, la consolazione degli afflitti, la gioia di quelli che godono, il conforto di chi piange, il buon esito dei moribondi. Ah no! non vi è, in tutta la vita dell’uomo tesoro paragonabile alla preghiera ».
L'Apocalisse ci dice che gli Angeli in cielo stanno innanzi all’Agnello, tenendo ciascuno arpe e coppe d’oro piene di profumi che sono le preghiere dei Santi (Apoc. V, 8). Le preghiere, quelle specialmente delle anime ferventi, sono paragonate ad un grato profumo sparso per l’atmosfera. Infatti, 1° la preghiera sale come il fumo d’incenso verso il cielo; 2° spande nello sprigionarsi tutt’attorno soavi olezzi; 3° come l’incenso caccia il fetore, così la preghiera caccia il pestifero lezzo del peccato, fuga i demoni, calma l’ira divina; 4° l’incenso brucia e fuma quando è messo sul fuoco; e la preghiera s’infiamma, nel fuoco delle tribolazioni; 5° i profumi sono composti di aromi polverizzati, la preghiera deve partire da un cuore spezzato dall’umiltà e dalla mortificazione; così pure dobbiamo seppellire l’anima nella preghiera, perchè più non ne esca e conservi l’incorruttibilità datale dalla grazia. Espressioni consimili a quelle di S. Giovanni adopera l'Ecclesiastico là dove dice che « l’oblazione del giusto (e quale più vera oblazione della preghiera?) impingua l’altare ed esala nel cospetto dell’Altissimo soavissimo odore » (Eccli. XXXV, 8).
« La preghiera è, dice S. Agostino, la cittadella delle anime pie, la delizia del buon angelo, il supplizio del diavolo, grato ossequio a Dio, gloria perfetta, speranza certa, sanità inalterabile, comprende insomma tutta la lode e tutto il merito della penitenza e della religione ». La preghiera è un colloquio con Dio; essa è il preludio della beatitudine eterna, l’occupazione degli Angeli, la soluzione di tutte le difficoltà, il rimedio di colui che è infermo nella via del Signore, la correzione e la fecondità dell’anima, l’abbracciamento dello Spirito Santo, la gioia e l’allegrezza... I Padri della Chiesa e i teologi insegnano che vi sono tre specie di buone opere alle quali tutte le altre si rannodano come membri al capo : la preghiera, il digiuno, la elemosina. La preghiera paga quello che è dovuto a Dio: il digiuno, quello che dobbiamo a noi medesimi; la elemosina, quello che dobbiamo al prossimo.
La preghiera è paragonata alla rugiada. Come la rugiada tempera l’ardore dell’estate e rinfresca i corpi arsi dal calore solare, così la preghiera, questo familiare abboccamento con Dio, smorza le fiamme della concupiscenza e delle passioni: «Nella preghiera, scrive San Bernardo, si beve il vino celeste che rallegra il cuore dell’uomo; il vino dello Spirito Santo che bea l’anima e le fa dimenticare i piaceri carnali. Questo vino si confà ai bisogni di una coscienza arida e secca; converte nella sostanza dell’anima gli alimenti delle buone opere e ne informa tutte le facoltà rafforzando la fede, consolidando la speranza, dando vigore e ordine alla carità, gravità e fermezza ai costumi ». La preghiera somiglia a fiori belli e soavi che dilettano lo sguardo di Dio, e il cui divino olezzo s’innalza fino al trono di Dio. Ha l’odore della viola, il candore del giglio, la bellezza e l’incanto della rosa. È un fiore d’oro tinto dei più vaghi colori e spirante i più squisiti profumi; rallegra Dio medesimo, e riempie l’anima di celeste delizia...

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