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martedì 22 luglio 2014

BEFFE DEI CATTIVI

1. In tutti i. tempi i cattivi si sono burlati dei buoni. — 2. Per i cattivi non vi è nulla di sacro. — 3. Percliè i cattivi deridono i buoni? — 4. Le bette degli empi ricadono su loro. — 5. I buoni devono andar gloriosi delle beffe dei tristi. 6. Verrà il tempo del trionfo per i giusti


1. In tutti i tempi
i cattivi si sono burlati dei buoni. — Durante i cento anni che Noè impiegò a costruire l’arca, egli non cessò mai di avvertire gli uomini che facessero penitenza, perchè sarebbe avvenuto un diluvio universale; ma gli uomini corrotti si ridevano di lui e gli davano la baia...

Lot avvisò i Sodomiti che un diluvio di fuoco stava per seppellirli, e ne fu beffato.

I Profeti parlano e comandano, esortano e minacciano nel nome del Signore; ma gli empi volgono in derisione le loro parole...

Arrivato Gesù alla casa dell’Arcisinagogo, quando udì i suonatori di flauto e la folla che menava chiasso, disse : « Via di qua, perchè la fanciulla non è morta, ma dorme ». A quest’annunzio si levò un universale bisbiglio sarcastico e beffardo (Matth. IX, 24).

« Noi siamo, dice il Profeta, l’obbrobrio ai nostri vicini, favola e derisione in bocca alle genti che ci circondano » (Psalm. LXXVIII, 4) e volto a Dio diceva: «Voi ci avete resi oggetto d’insulto ai nostri vicini e di scherno ai nostri avversari » (Psalm. LXXIX, 7). E Gesù Cristo diceva di se medesimo per bocca del Profeta: « Io fui il loro ludibrio » (Psalm. LXXIII, 12).

E come furono dai malvagi trattati gli Apostoli? « Noi siamo disprezzati come gente dappoco, scriveva il grande Apostolo; fino al presente soffriamo fame, sete, e nudità; schiaffeggiati, sfrattati, maledetti, perseguitati, ingiuriati; siamo considerati come la spazzatura del mondo ed il rifiuto della società » (I Cor. IV, 10-13).

Da Gesù Cristo insultato sul Golgota, fino al presente, i cattivi hanno sempre disprezzati i buoni...

 

2. Per i cattivi non vi è nulla di sacro. — Quel sant’uomo di Giobbe in mezzo ai patimenti, coperto di piaghe, perfino sul letamaio è canzonato dai malvagi, ed anche dai suoi pretesi amici... Tobia diventa cieco, ed ecco i parenti, gli intimi suoi deridere la sua condotta e dirgli : « Dov’è la tua speranza, per cui facevi tante limosine e sepolture? » (Tob. II, 16). La sua donna anch’essa rinfacciargli che apertamente vane erano le sue speranze e vedersi alla prova dei fatti che cosa giovassero le sue limosine (Ibid. II, 22).

Non hanno forse i cattivi messo in ridicolo Gesù Cristo, tutta la sua vita? si burlarono de’ suoi miracoli, de’ suoi benefizi, della sua divina dottrina, della sua sublime morale. Ma al tempo della sua passione gl’insulti e le oltraggiose beffe toccarono il colmo. L’oltraggia Giuda vendendolo per il prezzo d’uno schiavo, trenta denari, e baciandolo. L’oltraggiano gli Apostoli abbandonandolo; l’oltraggiò Pietro, disconoscendolo e rinnegandolo. E gli schiaffi, e gli sputi, e la corona di spine, e lo scettro di canna, e lo straccio di porpora, e l’Ecce homo, e i pontefici, e i giudici, e i re, e i soldati, e la plebaglia, tutto concorre a gettare sopra di lui lo scherno e il ridicolo sino all’ultimo suo respiro...

Gli empi si burlano della parola di Dio, della religione, della pietà, della Chiesa, dei Sacramenti, della legge di Dio, delle domeniche e delle feste, delle sacre cerimonie, del culto delle cose sante, di Dio, de’ Santi, del dogma, della morale, della vita, della morte, del giudizio, del Paradiso, dell'inferno, del tempo, dell’eternità; addentano, sbranano, calunniano, bestemmiano tutto ciò che ignorano.

 

3. Perchè i cattivi deridono i buoni? — « Parlano con arroganza, e beffardamente di tutto, dice il Salmista, perchè sono operai di iniquità » (Psalm. XCIII, 4).

Agli Apostoli, ch’erano dai loro connazionali derisi, Gesù annunziava che se avessero appartenuto al mondo, il mondo li avrebbe amati come cosa sua; ma non essendo essi del mondo, perchè egli li aveva scelti dal mondo, perciò il mondo li odiava e li insultava. Il servo non è da più del padrone. Ora se il mondo ha perseguitato me, perseguiterà anche voi, ma tutto ciò egli farà per il mio nome, perchè non conosce Colui che mi ha mandato (Ioann. XV, 15-21).

«La semplicità del giusto è schernita», dice Giobbe (Iob. XII, 4).

Così grande è la perversità degli empi, che non hanno pace fino a tanto che non abbiano reso gli altri malvagi e perversi come loro: per ciò canzonano i buoni chiamandoli falsi divoti, baciapile, colli torti, ipocriti, ecc.

Questo linguaggio poi e questa condotta è provocata dalla diversità dei costumi e della vita. Veggono essi, i cattivi, che il loro vivere dissipato, le loro sregolatezze, sono rimproverate e condannate dalla vita virtuosa, assegnata ad esemplare dei buoni : quindi se ne ridono, li beffano, li insultano, li oltraggiano, guardandoli quali censori dei loro disordini, quali sferze che li flagellano.

E questo notava già S. Prospero il quale scriveva che tutti quelli i quali vogliono vivere piamente in Gesù Cristo, hanno da aspettarsi insulti e scherni, dalla parte degli empi; saranno chiamati pazzi che gettano via i beni presenti, aspirando e desiderando solo i beni futuri. Dio permette questo per accrescere la corona de’ buoni. Tali disprezzi e scherni ricadranno in capo ai malviventi quando la loro abbondanza si cangerà in penuria, e il loro orgoglio in confusione (In Sent. el Epigr. e. XXXII).

« Nella bocca dell’insensato sta la verga dell’arroganza », leggiamo nei Proverbi (Prov, XIV, 3). L’orgoglio rende altezzoso ed insolente. Gli orgogliosi s’innalzano sopra gli altri, li deridono, li scherniscono, li oltraggiano...

Il malvagio carico di peccati si diporta come se avesse autorità sui buoni: pretende che gli sia lecito malmenare e calpestare tutti... « Gli empi, dicono i Proverbi, detestano chi rettamente vive (Prov. XXI, 27).

 

4. Le beffe degli empi ricadono su loro. — Le insolenti ed ingiuste beffe dei malvagi si volgono contro di loro per umiliarli e condannarli; poiché mettono in luce l’ignoranza, l’odio, la malvagità, la corruzione del loro cuore... « Rovina se stesso chi strazia il buono » (Prov. XX, 25) : e « pronto è il giudizio per il derisore, e il martello che lo deve percuotere», dicono i Proverbi (Prov. XIX, 29).

« Una beffa, una maledizione pazientemente sofferta, ricade sul suo autore, dice S. Agostino, e rimane illeso quegli contro di cui fu lanciata »; e S. Ambrogio soggiunge che è convinto e punito di follia chi scaglia contumelie.

Dio delle vendette, Signore Iddio delle vendette, manifestatevi, grida il Salmista. Alzatevi, o giudice della terra, date la mercede che si meritano, ai derisori superbi. E fino a quando, o Signore, e fino a quando gli empi si vanteranno? fino a quando vomiteranno insulti? fino a quando parleranno alteramente, e imbaldanziranno tutti questi artefici d’iniquità? Essi calpestano il vostro popolo, o Signore, desolano la vostra eredità. Strozzano la vedova e l’orfano, uccidono lo straniero, dicendo: « Non ci vedrà il Signore». O uomini stupidi, e quando mai intenderete? Quegli che formò il vostro orecchio non vi udirà, o chi formò il vostro occhio non vi vedrà? Colui che punisce le nazioni non vi castigherà? Colui che insegna agli uomini la scienza non comprenderà? (Psalm. XCIII, 1-10),

 

5. I buoni devono andar gloriosi delle beffe dei tristi. « Le ingiurie e gli scherni sono la porzione di coloro a cui sta riservata la gloria », dice S. Ambrogio.

Dividere gli oltraggi, le beffe, le burle con Noè, coi Patriarchi e coi Profeti, con Gesù Cristo e con i suoi Apostoli, coi Martiri, coi Confessori, con le Vergini, coi Santi di tutti i secoli, con la Chiesa, è il più grande onore, la più sublime gloria, la più bella ricompensa che possa toccare ad un uomo...

Sì, è cosa onorevole e gloriosa venir burlato, deriso, criticato, morso dai malvagi, dagli uomini corrotti, spudorati, scandalosi, empi; perchè questo prova che non li imitiamo, e il non imitarli ridonda a nostro sommo onore. Disgraziato colui che è lodato da una bocca macchiata!...

 

6. Verrà il tempo del trionfo per i giusti. — I cattivi si ridono de’ buoni perchè non ne scorgono l’interiore bellezza, ma la vedranno il dì del giudizio: allora conosceranno chi sono i giusti, i quali compariranno ai loro occhi, non più oscuri, vili, spregevoli, ma risplendenti di gloria e di maestà, perchè simili a Dio ed a Gesù Cristo... ma se ne accorgeranno troppo tardi...

Al presente i malvagi vedono e disprezzano i buoni, ma in quel giorno il Signore schernirà loro, come dice la Sapienza (Sap. IV, 18) « Allora i giusti si leveranno con coraggio contro quelli che li insultarono, derisero, tormentarono, e tolsero il frutto dei loro lavori. A questa vista gli empi impallidiranno e tremeranno per lo spavento. E tocchi da cordoglio, dirano con affannosi sospiri : Questi sono coloro i quali noi una volta riguardavamo come oggetto di derisione e ponevamo esempio di obbrobrio. Noi stolti, la loro vita stimavamo insensatezza, ed il loro fine disonorato : ed ecco che essi hanno posto tra i figliuoli di Dio, e parte coi santi. Dunque noi smarrimmo la via di verità, e non rifulse per noi la luce della giustizia, e non si levò il sole dell’intelligenza. Ci stancammo nella via d’iniquità e di perdizione, battemmo strade disastrose e non conoscemmo la via del Signore. Che giovò a noi la superbia? e la ostentazione delle ricchezze qual prò a noi fece? Tutte quelle cose si dileguarono come ombra, e come passeggero che va in fretta. Come una nave valica le onde agitate senza lasciare traccia del suo passaggio, nè solco aperto dalla sua carena nei flutti... Così noi, nati che fummo, tosto cessammo d’essere, e niun segno di virtù potemmo mostrare, e nella nostra malvagità ci consumammo (Sap. V, 1-14).

Qui i cattivi si dichiarano da se medesimi colpevoli di un triplice errore: 1° l'essersi sviati dal sentiero del vero...; 2° di non aver veduto la luce della giustizia, della prudenza, della carità, perchè l’hanno disprezzata, volendo rimanere nelle tenebre della concupiscenza e delle passioni...; 3° di non avere aperto l’occhio al sole che è Gesù Cristo, vera luce la quale illumina ogni uomo che viene in questo mondo; perchè gli hanno tenuto chiuso il loro cuore... Insensati derisori, voi pensavate che la vita de’ giusti non fosse che un giuoco (Sap. XV, 12). Guardate ed osservate ora dove si trovano essi, e dove vi trovate voi!...

 

 

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